Roma, 3 settembre - "La strategia del Governo Meloni e della maggioranza di tentare di giustificare l’opera attraverso artifici contabili e dichiarazioni propagandistiche si scontra con la dura presa di posizione degli Stati Uniti. Avevamo ragione noi. Se il Ministro Salvini, anziché attaccare a testa bassa la Cgil, ci avesse dato ascolto, il Paese si sarebbe risparmiato uno sberleffo internazionale". Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo a commento della recente dichiarazione dell'ambasciatore degli Stati Uniti presso l'alleanza atlantica, Matthew Whitaker, per il quale i costi per ‘ponti che non hanno un’importanza militare’ non possono essere computati tra le spese necessarie a raggiungere l’obiettivo del 5% del Pil previsto dagli impegni assunti con la NATO.
"Continuiamo a ritenere che l’iniziativa del Governo di chiedere una deroga alla direttiva europea Habitat sia non solo sbagliata nel merito, ma anche segno di un’evidente mancanza di analisi approfondite su alternative meno impattanti sui siti di tutela ambientale Natura 2000", prosegue Gesmundo. "La decisione, come chiarito ieri dall’ambasciatore USA, si basa su motivazioni infondate - spiega - poiché il Ponte non può essere considerato un’infrastruttura di rilevanza militare, né di interesse strategico per l’UE, per la NATO e per lo stesso Sud Italia, dove i necessari investimenti in infrastrutture di base, come acqua, ferrovie, strade e servizi sanitari, vengono distratti e dirottati verso un’opera che sempre più si rivela pura propaganda politica".
Il dirigente sindacale annuncia che "il prossimo 11 settembre saremo ascoltati a Bruxelles dalla Commissione Ambiente per esporre formalmente la posizione della Cgil e fare chiarezza sulle ragioni per cui questa infrastruttura, a nostro giudizio, oltre ad essere inutile è anche insostenibile economicamente, dannosa sotto il profilo ambientale e sotto il profilo strategico. Ci auguriamo che, alla luce dello schiaffo ricevuto dagli Stati Uniti, il Governo ritiri immediatamente la richiesta di deroga alla direttiva europea e che la Commissione Europea la respinga definitivamente, poiché mette a rischio la tutela ambientale e la credibilità delle istituzioni europee".
"La Cgil - conclude il segretario confederale - continuerà a presidiare affinché vengano rispettati i principi di sostenibilità, trasparenza e rispetto delle normative europee e internazionali".