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Roma, 11 settembre - “L’incontro svoltosi oggi tra la Cgil e la Commissione Ambiente dell’Unione Europea, a Bruxelles, ha di fatto smascherato l’ennesimo tentativo ambiguo e pretestuoso del Governo Italiano di aggirare le normative, in questo caso europee, in materia di ambiente, annunciando la prossima apertura dei cantieri”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo .
In particolare, aggiunge il dirigente sindacale: “La relazione ‘Iropi’, nella quale il Governo aveva ‘furbescamente’ inserito la fantasiosa caratterizzazione del ponte come ‘opzione militare’, non risponde ai motivi imperativi di interesse pubblico che possono giustificare una deroga alla direttiva Ue ‘Habitat’ e, comunque sia, tutta la documentazione prodotta è sottoposta a procedure di verifica da parte della Commissione che valuterà se la richiesta di deroga attivata dal Governo italiano risponda o meno ai requisiti della normativa europea relativi all’ambiente e alla sua tutela. Non è quindi assolutamente vero, come sostiene il Governo, che la relazione con l’Ue sia stata soddisfatta”.
“Ricordiamo - prosegue Gesmundo - che furono proprio le violazioni alla direttiva ‘Habitat’ in tema di ambiente e di tutela delle biodiversità che nel 2005 portarono l’Italia a subire una procedura di infrazione da parte della Ue e ricordiamo anche che il progetto attuale, nei termini, è rimasto lo stesso del 2005. Quella procedura fu chiusa solo per il ritiro del progetto attivato dal Governo nel 2011”. Per il segretario confederale “quanto emerso oggi durante l’incontro dovrebbe indurre il Governo e il Ministro Salvini a maggiore prudenza e attenzione nei rapporti con le Istituzioni sovranazionali. È fondamentale evitare che, oltre al danno rappresentato da un'opera ritenuta inutile, si aggiunga anche la beffa di una procedura di infrazione, i cui costi andrebbero ad aggravare ulteriormente il già enorme peso economico che questa infrastruttura ha scaricato sulle spalle dei cittadini italiani”.
“Confermiamo e rafforziamo il nostro giudizio di netta contrarietà - sottolinea Gesmundo - alla realizzazione di quest’opera: non solo dannosa per l’ambiente e per la tutela della biodiversità, ma anche eccessivamente costosa e sostanzialmente inutile rispetto all’urgenza di ammodernare le reti infrastrutturali del Sud, a partire da quelle stradali e ferroviarie”.
“Nelle prossime ore - conclude Gesmundo - chiederemo alla Corte dei conti, alla quale sono stati trasmessi gli atti per l’autorizzazione finale, di tenere debitamente conto del fatto che, al momento, non esiste alcuna deroga alla direttiva “Habitat” da parte dell’Ue. Dare il via libera all’avvio dei cantieri senza attendere la conclusione del confronto in corso sottoporrebbe quasi certamente il nostro Paese ad una ennesima procedura di infrazione, con conseguenze gravi per le casse dello Stato”.