Roma, 14 dicembre – “Mentre tutte le analisi, a partire da quella dello Svimez, confermano che senza l’utilizzazione massiccia di risorse aggiuntive il Mezzogiorno rischia la più cruda recessione, vengono sottratti alla Sicilia e alla Calabria 1.600 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per dirottarli sul Ponte dello Stretto. Proprio come nel gioco delle tre carte il ministro Salvini fa apparire e scomparire, a suo piacimento, le risorse”. È quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo e i segretari generali della Cgil Calabria e della Cgil Sicilia, Angelo Sposato e Alfio Mannino.

Per i dirigenti sindacali “pur di raschiare il barile, visto che le risorse vere per il Ponte sono pochissime e quelle certe si fermano a 780 milioni per il 2024, giusto per mettere qualche prima pietra a fini elettorali per le Europee, viene compiuta un’azione piratesca ai danni di due Regioni, la Calabria e la Sicilia, sottraendo loro una quantità immensa di risorse europee che dovrebbero essere destinate a colmare il divario socioeconomico e superare gli squilibri territoriali. Il tutto – sottolineano – senza una discussione di merito che investa le due istituzioni interessate e i Consigli Regionali, che su un aspetto di tale importanza non possono restare silenti o, peggio, essere esautorati, e lo stesso Partenariato economico-sociale”.

Mannino specifica che “la stessa Giunta regionale Siciliana, che in un primo tempo si era resa disponibile ad utilizzare un miliardo di sue risorse del FSC 2021-2027, ha revocato polemicamente questa sua disponibilità”.

“Il Mezzogiorno – ribadisce Gesmundo – ha necessità di modernizzare le sue infrastrutture ferroviarie e stradali, oggi in pessime condizioni, con linee ferroviarie a binario unico, non elettrificate e tanto meno messe in sicurezza e l’alta velocità che si ferma a Salerno. Occorre inoltre, come dimostra l’ultimo tragico incidente a Thurio di Corigliano Rossano, garantire la sicurezza dei lavoratori delle ferrovie e dei cittadini”. Sposato aggiunge che “servirebbero parole chiare per quanto concerne una delle priorità ferroviaria strategica del Sud, la Salerno-Reggio Calabria, che rischia di fermarsi a Rovagnano, e conoscere le reali intenzioni del Governo nazionale relativamente all’utilizzo dei 9.400 milioni messi a disposizione dal piano complementare per la realizzazione dei lotti successivi. Come occorrerebbero impegni precisi e vincolanti anche per quanto riguarda la realizzazione della Statale 106, la fantomatica ‘strada della morte’, impraticabile e pericolosa lungo l’intero asse jonico della Calabria orientale, priva ad oggi di una moderna arteria autostradale”.

“Continuiamo ad assistere alla sostanziale incapacità di utilizzare i finanziamenti europei e a definanziamenti, come per la Roma-Pescara, la Palermo-Messina e la Bari-Napoli, e come quelli relativi alle opere di messa in sicurezza del sistema di gestione del traffico ferroviario (ERTMS). La posta in gioco – concludono i segretari della Cgil – è troppo alta per il Mezzogiorno, chiediamo che le risorse del Pnrr, al di là dei continui proclami, siano realmente utilizzate aprendo i cantieri e dando inizio ai lavori”.