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Roma, 15 maggio – “Solleviamo forti critiche sull’approccio adottato dal Governo con i decreti Omnibus, in particolare quelli del Mit. Si continuano a privilegiare decisioni d’urgenza prive di adeguata trasparenza e approfondimento. Auspichiamo che la pausa nella discussione del Consiglio dei Ministri venga usata per un’analisi seria sui progetti strategici come il Ponte sullo Stretto, ancora caratterizzati da incertezze su costi e rischi, e come le questioni riguardanti le aree portuali”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.
Per quanto riguarda il caso del Ponte sullo Stretto, per il dirigente sindacale “rappresenta emblematicamente le criticità di un sistema che si affida a stime in costante escalation: dai circa 8 miliardi iniziali ai 14 miliardi previsti per il 2024, con un aumento di circa il 75%. La recente revisione del progetto, rivisitato dal 2012 e rilanciato nel 2023 dal Ministro Salvini, evidenzia la mancanza di una strategia trasparente e condivisa, oltre a gravi preoccupazioni avanzate dall’Anac sui vantaggi riservati ai privati e il rischio di violazioni delle normative europee, considerando la possibile lievitazione dei costi oltre il limite del 50%”.
Gesmundo sottolinea poi come il Governo mostri “scarso rilievo nel gestire il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Ministro Salvini, responsabile di circa 38,8 miliardi di euro di investimenti, sta sottovalutando i ritardi e le criticità nelle procedure di attuazione delle infrastrutture di propria competenza. La relazione della Corte dei Conti pubblicata oggi evidenzia come, al secondo semestre del 2024, i ritardi siano ancora gravi nelle grandi infrastrutture, in particolare del Mezzogiorno”.
“Ma – prosegue il segretario confederale – i ritardi sono purtroppo diffusi e spalmati su buona parte delle Missioni di cui ha responsabilità il Ministro Salvini”. Secondo l’elaborazione Cgil/Sirio su dati ReGis (aggiornati al 31 marzo 2025) infatti, “gli avanzamenti dei pagamenti dei progetti complessivamente in capo al Mit vanno a rilento e hanno raggiunto il 39% del totale dei finanziamenti. Nell’ultimo trimestre i progetti conclusi sono aumentai dell’1%, passando dal 6,7% al 7,7% sul totale. Nell’ultimo trimestre i pagamenti effettuati hanno impiegato solo il 4,6% dei finanziamenti Pnrr. Se questo fosse il passo, si raggiungerebbe l’impiego complessivo a fine 2028, ben oltre il tempo massimo”.
“L’ossessione per il Ponte sullo Stretto, che non è una priorità per il Paese, immobilizza 14 miliardi di euro e rischia di distrarre dall’obiettivo di un’azione concreta per lo sviluppo del Sud e del sistema infrastrutturale. La Cgil – annuncia in conclusione Gesmundo – organizzerà un’assemblea pubblica a Messina a fine mese per denunciare le incongruenze del progetto e le criticità politiche e tecniche ad esso connesse”.