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Roma, 6 agosto - “Altro che superare la Legge Monti Fornero, questo Governo è riuscito a peggiorarla in ogni aspetto. Ed è bene ricordare che l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita non è stato introdotto da quella legge, ma dal governo di centro destra nel 2010. Siamo stanchi della continua propaganda: chi oggi grida al ‘meccanismo perverso’ è lo stesso che lo ha sostenuto o peggiorato nel corso degli anni”. Così la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione interviene sulle dichiarazioni rilasciate oggi dal sottosegretario Durigon in materia di previdenza.
“Sull’uscita a 64 anni – precisa la dirigente sindacale – è ora di fare chiarezza: non è stata introdotta da questo Esecutivo, ma lo stesso l’ha resa praticamente irraggiungibile, fissando una soglia di accesso che, per molte e molti, richiede quasi 1.700 euro di pensione mensile lorda. Un paradosso, se si considera la realtà fatta di salari bassi, discontinuità lavorativa e un drammatico gap di genere”.
Per quanto riguarda Opzione Donna “non si è trattato di un calo fisiologico, come afferma il sottosegretario, ma di un vero e proprio stravolgimento normativo voluto da questo Governo, che ne ha drasticamente ristretto l’accesso, negando alle lavoratrici una possibilità di uscita anticipata dignitosa”.
Ghiglione sul possibile nuovo aumento dei requisiti pensionistici previsto per il 2027, con l’incremento automatico di tre mesi legato alla speranza di vita, dichiara che “sarebbe inaccettabile allungare ancora una volta il traguardo della pensione. Nonostante le rassicurazioni di Durigon, siamo ancora in attesa del decreto. Le lavoratrici e i lavoratori sanno bene ciò che è stato fatto e cosa no. E con la prossima legge di bilancio il rischio concreto è che arrivino nuovi tagli alle pensioni, è questa purtroppo la verità”.
“Invece di continuare con gli slogan e le promesse – continua Ghiglione – il Governo dovrebbe affrontare seriamente la questione salariale, contrastare la precarietà, promuovere l’occupazione femminile e migliorare le prospettive previdenziali delle nuove generazioni, che oggi vivono una condizione fatta di lavori discontinui, basse retribuzioni e contributi insufficienti. Se davvero si vuole costruire un sistema pensionistico equo e sostenibile, serve una riforma che guardi al futuro e dia risposte concrete a chi lavora oggi e andrà in pensione domani”.