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Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 13 marzo il decreto Elezioni, che introduce la possibilità di voto per i fuori sede in occasione dei referendum dell’8 e 9 giugno 2025. Il meccanismo sarà analogo a quello sperimentato nel 2024 per le elezioni europee, che però era limitato solo a studentesse e studenti. I comitati promotori dei referendum avevano più volte espresso la necessità estenderne la platea anche a lavoratrici e lavoratori; stesse modalità saranno adottate per chi si trova in cura in un comune di una provincia diversa da quella di residenza.
ATTENZIONE
Elettrici ed elettori fuori sede che non hanno fatto domanda nei tempi previsti possono diventare Rappresentanti di Lista e ottenere così il diritto di votare nella sezione assegnata. Per proporti come Rappresentante di Lista del Comitato promotore per il Sì
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“Abbiamo ottenuto una cosa importante che non è mai successa prima, - ha rivendicato Maurizio Landini intervistato ad ‘Agorà’ su Rai3 - il voto dei fuori sede coinvolge più di cinque milioni di elettori; c’è poi anche il tema del voto degli italiani all’estero per i quali abbiamo sollecitato ai vertici Rai spazi di informazione e comunicazione sui canali dedicati”
I referendum su lavoro e cittadinanza, promossi da sindacati e associazioni, chiedono lo stop ai licenziamenti illegittimi, più tutele per chi lavora nelle piccole imprese, la riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro e più integrazione con la cittadinanza italiana.
A differenza delle altre elezioni, il buon esito del referendum è legato al superamento del quorum del 50% degli elettori, solo se si supera questa soglia le norme in questione saranno abrogate producendo effetti diretti sulle condizioni di lavoro e di vita delle persone.
Chi potrà votare fuori sede
Le norme introdotte dal Dl Elezioni prevedono, tra l’altro:
- la possibilità di partecipazione alle consultazioni referendarie dell’anno 2025 per tutti coloro che, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, sono temporaneamente domiciliati in un comune di una provincia diversa da quella di residenza
Possono quindi votare fuori sede ai referendum su cittadinanza e lavoro elettrici ed elettori domiciliati da almeno tre mesi, comprendente la data del referendum, in un Comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro o cure mediche.
I requisiti per accedere al voto fuori sede sono:
- essere domiciliati temporaneamente in un comune di una provincia diversa da quella di residenza
- essere lontani dal proprio comune di iscrizione elettorale per almeno tre mesi, compresi quelli in cui si svolgerà il referendum
- presentare domanda al Comune ove si è domiciliati entro i termini previsti
Per fare domanda, e votare nel Comune di domicilio, l’ultima data utile è il 4 maggio
I fuori sede possono fare domanda per votare nel Comune di temporaneo domicilio "entro il termine di 35 giorni prima della data prevista per la consultazione referendaria e possono revocarla entro il termine di 25 giorni prima della medesima data". Il termine ultimo per fare la richiesta è quindi domenica 4 maggio. Andrà presentata un'apposita istanza al Comune ove si è domiciliati.
→ Scarica la domanda editabile di ammissione al voto
Dove votano i fuori sede
Per agevolare il voto dei fuori sede, i Comuni potranno istituire sezioni elettorali speciali secondo queste modalità:
- ogni 800 elettori fuori sede, verrà creata una nuova sezione elettorale
- se il numero di fuori sede è inferiore a 800, gli elettori verranno assegnati alle sezioni ordinarie, con un limite del 10% di incremento rispetto al numero di elettori già iscritti.
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