Roma, 11 giugno - “L’Ufficio Parlamentare di Bilancio conferma quanto denunciamo da tempo: il prelievo fiscale su lavoratrici e lavoratori dipendenti, anziché diminuire, cresce notevolmente”. É quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.

Per il dirigente sindacale: “Chi vive di reddito fisso, quindi, non solo non ha recuperato la perdita del potere d’acquisto causata dall’alta inflazione cumulata negli ultimi anni, ma paga di più al fisco”. “Questo dipende - spiega Ferrari - sia dal meccanismo scelto dal Governo per fiscalizzare il cuneo contributivo, che ha ridotto il netto in busta paga di gran parte dei lavoratori, sia dalla mancata restituzione del drenaggio fiscale, che era una precisa richiesta della Cgil rivolta all’Esecutivo”.

Secondo Ferrari, “i numeri del 2024, come rilevato da diverse stime, parlano chiaro: i lavoratori dipendenti hanno subito un drenaggio fiscale di circa 18 miliardi, a cui vanno aggiunti gli oltre 7 miliardi pagati da pensionate e pensionati. Per gli altri, invece: flat tax, condoni, concordati preventivi e ogni strumento possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a evadere, indisturbati, le imposte”. “Nel 2025 - aggiunge il segretario confederale - i recenti aumenti contrattuali stanno già subendo una decurtazione significativa a causa del combinato disposto della fiscalizzazione del cuneo e dell’accorpamento delle aliquote Irpef”.

“Senza il rilancio della domanda interna, a partire dal rinnovo di tutti i contratti nazionali, dalla detassazione dei relativi incrementi e dall’indicizzazione all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione, l’intera economia nazionale - conclude Ferrari - non potrà mai crescere in maniera stabile e strutturale”.