Romeo Mancini (Perugia, 1917 – Perugia, 2003)

Frequenta l’Istituto d’Arte della sua città, dove conosce Leoncillo. Espone per la prima volta nel 1946 alla Galleria Nuova di Perugia alla Mostra del Disegno italiano contemporaneo. Nel 1948 si reca a Parigi dove scrive articoli di critica d’arte. Nello stesso anno partecipa alla prima edizione del «Premio Perugia». Nel 1950 si trasferisce a Roma, risiede presso Villa Massimo, assieme a Leoncillo, Guttuso, Mazzacurati. Gli atelier si trasformano ben presto in luoghi di incontro per critici, artisti e letterati della capitale. Conosce in quel periodo Mafai e Attardi, con cui stringe rapporti di amicizia. Nello stesso anno realizza la prima personale alla Galleria Lo Zodiaco di Roma e partecipa come redattore alla nascita della rivista «Realismo» voluta dal critico Raffaele De Grada. Nel 1951 si reca nelle zone lagunari di Comacchio, dove può osservare le difficili condizioni di vita dei pescatori locali. Nello stesso anno partecipa a Roma alla seconda edizione della mostra Arte contro la barbarie. Espone alla XXVIII Biennale di Venezia e a partire dal 1952 è selezionato per diverse edizioni della Quadriennale romana (VI, VII e la IX nel 1966). Nel 1961 realizza una personale al Palazzo Comunale di Perugia e due anni dopo espone in diverse località degli Stati Uniti, tra cui la Columbus Gallery of Fine Arts di Columbus. Nel 1972 è allestita una retrospettiva sull’artista al Palazzo Comunale di Perugia, città dove ottiene la Cattedra di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1978 il Comune di Todi gli dedica un’importante antologica presso il Salone delle Pietre, a cura di Nello Ponente. Nel 1986 alcune sue opere sono selezionate per la mostra Dalla Spagna a Burri presso Acquasparta.

(Chiara Caporilli)


Minatori del Bastardo, 1950, olio su tela, 100×70 cm

Senza titolo, 1951, olio su masonite, ca 70,4×50 cm