Renato Guttuso (Bagheria, Palermo, 1912 – Roma, 1987)

Sin da bambino, animato da grande passione per il disegno e la pittura, frequenta la bottega dei fratelli Ducato, maestri nella decorazione di carretti siciliani. Nella seconda metà degli anni Venti, mentre è impegnato negli studi classici, impara i rudimenti della pittura negli studi di Emilio Murdolo e del futurista Pippo Rizzo. Per dedicarsi pienamente all’arte abbandona gli studi universitari. Nel 1931 espone alla I Quadriennale di Roma e, l’anno seguente, in una collettiva alla Galleria Il Milione a Milano. Nello stesso 1932 lavora come aiuto restauratore alla Galleria Borghese di Roma e stringe amicizia con Corrado Cagli. Dal 1933 stabilisce la sua residenza nella capitale. In quel periodo inizia anche l’attività pubblicistica con articoli duramente polemici contro il movimento di Novecento italiano. Nei mesi trascorsi a Milano per il servizio militare (1935), entra in contatto con gli artisti e gli intellettuali che animeranno il movimento di «Corrente». Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale di Roma (vi tornerà ad esporre nel 1939, ’43, ’55, ’59, ’65, ’72, ’86) e nel 1936 alla Biennale di Venezia. Rientrato a Roma (1937), in qualità di critico avvia collaborazioni con i periodici «Le Arti», «Il Selvaggio» e «Primato». Nel 1938 tiene una personale alla Galleria La Cometa di Roma. Al «Premio Bergamo» del 1942 si aggiudica il secondo premio con la Crocifissione realizzata due anni prima. Negli anni di guerra partecipa alla lotta partigiana e inizia la serie di tavole realizzate con inchiostri colorati Gott mit uns (1943-45). Successivamente si lascia sedurre dalla figurazione post-cubista di Picasso. La sua inclinazione per una pittura di impegno sociale avrà un ruolo fondamentale nell’ambito del realismo italiano. Nel dopoguerra aderisce al Fronte Nuovo delle Arti, gruppo in aperta polemica con le tendenze formaliste di molta arte astratta. Nel 1952, ’54 e ’56 espone alla Biennale di Venezia (vi tornerà per l’ultima volta nel 1972). Con la fine degli anni Cinquanta la sua pittura accoglie influenze espressioniste. Dipinge La discussione (1959-60) che verrà acquistato dalla Tate Gallery di Londra. Nel 1961 tiene una grande personale al Museo Puskin di Mosca. Quattro anni dopo realizza la sua unica grande scultura sul tema del «lettore di giornale». Nel 1971 gli vengono dedicate due grandi antologiche a Palazzo dei Normanni a Palermo e al Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi. Nel 1972 pubblica il libro Il mestiere di pittore. L’anno seguente seleziona un nucleo di opere sue e di altri artisti per costituire la Galleria Civica di Bagheria. Nel 1982 gli viene allestita una grande mostra antologica al centro di Cultura di Palazzo Grassi a Venezia. Tre anni più tardi espone a Palazzo Reale a Milano e affresca la volta del Teatro lirico di Messina.

(Andrea Romoli)


Tessera del Psi (bozzetto), 1950, tecnica mista su carta, 44×35 cm

(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)

La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio, 1951, olio su carta intelata, 150,7×208 cm

(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)