Lorenzo Viani (Viareggio, 1882 – Ostia, 1936)

Abbandonata la scuola dopo il secondo anno del corso elementare, strada, botteghe di anarchici e letture disordinate ne segneranno la prima formazione. L’incontro con Plinio Nomellini lo avvia alla carriera di pittore. Iscrittosi all’Istituto d’Arte di Lucca (1900-1903), in questi anni conosce Giovanni Fattori. A corso ultimato frequenta l’Accademia di Firenze (1904) e avvicina Antony De Witt e Giovanni Papini. Fedele alla vocazione libertaria, in questi stessi anni partecipa attivamente alle battaglie anarchiche, sia come agitatore che come disegnatore satirico.

Tra il 1904 e il 1905 organizza due mostre personali nelle sale del Regio Casinò di Viareggio. Nel 1906 figura tra i partecipanti all’Esposizione di Milano e, l’anno seguente, espone alla Biennale di Venezia. Sin da queste sue prime uscite ufficiali è possibile distinguere i soggetti della sua poetica: oppressi, indigenti, avanzi di galera. Attratto da Parigi, per il mito della Comune, vi si reca a partire dal 1908, fissando la propria dimora presso La Ruche (la casa degli artisti poveri descritta dallo stesso Viani in Parigi, pubblicato nel 1925). In questo primo viaggio parigino ha modo di conoscere Pablo Picasso e Henri Matisse. Rientrato in Italia (1909), riprende la via per Parigi nel 1911. Tornato in Toscana, si schiera contro la guerra di Libia realizzando una serie di disegni che, censurati, gli costeranno l’arresto.

Convinto interventista alla vigilia della Grande Guerra, Viani organizza, nel 1915, una mostra personale al Palazzo delle Aste di Milano. Arruolato nel 1916, trae ispirazione dal fronte per una serie di disegni, quadri e libri. Dal 1922, all’esecuzione di opere grafiche e pittoriche affianca la stesura di numerosi romanzi tra cui Ritorno alla Patria, «Premio Viareggio» 1929. Nel 1926, in collaborazione con Domenico Rambelli, porta a termine il Monumento ai Caduti di Viareggio. Viani muore a Ostia il 2 novembre 1936 senza aver terminato le decorazioni della stazione ferroviaria.

(Andrea Romoli)


Gli scaricatori, anni Trenta del XX sec., olio e tempera su compensato marino, 60×85 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)