Carlo Zauli (Faenza, 1926 – Faenza, 2002)

Undicenne si iscrive al Regio Istituto d’Arte per la Ceramica dove frequenta i corsi di Anselmo Bucci e di Domenico Rambelli. Deportato nel campo di lavoro di Hülz, in Germania (1944), riprenderà gli studi due anni dopo, diplomandosi nel 1948. Le prime maioliche sono ispirate ai modelli delle culture mediterranee. Nel 1953 vince il «Premio Faenza» al Concorso Nazionale di Ceramica. L’anno seguente tiene la sua prima personale al Circolo artistico di Bologna e partecipa alla X Triennale di Milano (vi tornerà nel 1957, ’64 e ’68).

Intorno al 1957 ottiene i primi smalti bianchi ad alta temperatura ed espone alla Galleria Montenapoleone di Milano e alla Galleria del Vantaggio di Roma. Docente all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza (dal 1958), realizza ventuno bassorilievi in maiolica policroma per la Reggia di Baghdad. Nel 1960 fonda la fornace «La Faenza» e tiene una personale a Madrid. Quattro anni dopo stringe amicizia con Giò Pomodoro e Lucio Fontana e partecipa a una mostra itinerante in Giappone. Alla metà degli anni Sessanta realizza opere dalla geometria elementare tendenti alla monocromia del bianco.

Dal 1967 inizia a occuparsi di scultura. Nascono le grandi Sfere, le Ruote, i Cubi e le Colonne, cicli in cui culture orientali e ricerche plastiche moderne si fondono organicamente. Nel 1972 realizza il Grande Rilievo e la Colonna per la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Lo stesso anno tiene personali ai Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, all’Hetjens-Museum di Düsseldorf e partecipa a una collettiva al Victoria and Albert Museum di Londra. Nel 1973 prende parte alla Quadriennale di Roma (vi tornerà nel 1986). Nel 1974 presenta una personale itinerante con 120 opere a Osaka, Tokyo, Nagoya e Kyoto. Nel corso degli anni Ottanta torna a interessarsi alla policromia, riprende le ricerche sulla porcellana e realizza una serie di opere dall’esplicito richiamo sessuale. All’inizio degli anni Novanta una grave malattia lo colpisce riducendone drasticamente l’attività creativa.

(Andrea Romoli)


Senza titolo, s.d., scultura in ceramica, 32×32×35 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)