Aldo Borgonzoni (Medicina, Bologna, 1913 – Bologna, 2004)

Brillante autodidatta, nelle opere degli esordi palesa un robusto tonalismo cui si sommeranno, col passare del tempo, suggestioni disegnative picassiane. Fondamentale per lui è il sodalizio culturale di Cronache, che sin dalla nascita dell’omonima galleria nel settembre 1945 valorizza le nuove forze artistiche e intellettuali bolognesi. A Parigi dal 1947, perviene a un neocubismo più consapevole e, nel 1948, dopo il rientro in Italia, è tra gli animatori della rassegna nazionale all’Alleanza della Cultura di Bologna, che determinò una storica spaccatura tra figurativi e astrattisti. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia (vi parteciperà anche nel 1952).

A Roma, nel 1949 lavora per tre mesi insieme a Guttuso che lo ospita nel suo studio. Nella capitale assume la direzione della Galleria Bernini. Dal 1950, tornato a Bologna, si impegna attivamente nella politica delle forze di sinistra, volgendo la sua pittura in direzione di un realismo stilizzato su cifre espressioniste che ai modelli dei coevi maestri italiani affianca suggestioni mutuate da artisti stranieri (Rouault e Permeke).

Nel 1951 prende parte alla Quadriennale di Roma (parteciperà anche alle edizioni del 1955, ’59 e ’65). Nel 1957 soggiorna a Mosca. Dalla metà degli anni Sessanta, con la serie Concilio Vaticano Secondo, inizia una nuova fase di ricerca che, in linea con le esperienze di Scipione, Manzù e Bacon, si esprime con figure fortemente trasfigurate. Nel 1965 presenta i suoi lavori alla mostra Arte e Resistenza in Europa allestita al Museo Civico di Bologna e, successivamente, alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Negli anni Settanta si assiste, nella sua opera, al recupero del paesaggio e del racconto, interessi che sostanzieranno i lavori del decennio successivo con una rinnovata attenzione per i luoghi e le situazioni legate alla terra del Po. Da questa indagine nasce la mostra Aldo Borgonzoni e le campagne padane, allestita nelle sale del Palazzo della Ragione a Mantova nel 1984. Due anni dopo gli viene dedicata un’antologica presso la Chiesa Monumentale del Carmine a Medicina. Muore nel 2004 dopo una lunga malattia.
(Andrea Romoli)


Figure emiliane, 1955, monotipo su carta, 38×54 cm
(Foto: Giuseppe Schiavinotto)