Il Decreto costituisce principalmente un pacchetto di provvedimenti di proroga ed estensione di misure economiche, fiscali e finanziarie già intrapresi a fronte dell’emergenza scaturita dal conflitto in Ucraina e dall’aumento repentino dei prezzi dalle materie prime. A tal proposito, va ribadito che l’impennata dell’inflazione si può attribuire a diversi fattori anche precedenti al conflitto: la ripresa della domanda globale più rapida dell’offerta, con catene di approvvigionamento e del valore interrotte o disallineate; la ricomposizione della stessa domanda a fronte dell’incertezza e dell’impatto sui redditi dell’emergenza pandemica; le aspettative di politiche monetarie sempre meno accomodanti; la transizione ecologica che a sua volta ha frenato le nuove produzioni di gas, petrolio e carbone, spingendone i prezzi verso l’alto, sebbene il blocco di import/export di materie prime energetiche, alimentari e metallifere da Russia e Ucraina abbia inevitabilmente rallentato la stessa transizione.

Anche per questo, oltre alle misure necessarie ad affrontare la nuova emergenza nel quadro della strategia europee , aumentando e diversificando nel breve periodo le fonti di approvvigionamento del gas, occorre insistere nel semplificare le procedure per attivare investimenti e innovazione nelle fonti rinnovabili, fondamentali per concorrere a una maggiore indipendenza energetica degli Stati europei dal resto del mondo. Non a caso, nel Consiglio europeo del 24 e 25 marzo scorso i leader dell’UE hanno convenuto di affrancarsi quanto prima, pur gradualmente, dalla dipendenza dalle importazioni di materie energetiche russe, anche con l’impegno della Commissione europea a rimettere in discussione gli stessi meccanismi di formazione dei prezzi nel mercato dell’energia elettrica e del gas – come suggerito anche dalla CGIL nelle Audizioni parlamentari sui provvedimenti precedenti – per garantire prezzi accessibili e sicurezza dell’approvvigionamento. A fronte del crescente impatto negativo su cittadini e imprese, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri e la Commissione a continuare a utilizzare al meglio il pacchetto di misure, compreso il nuovo Quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, per sostenere imprese e consumatori più vulnerabili, considerando anche la tassazione temporanea dei proventi straordinari o gli interventi regolamentari su di essi come utile fonte di finanziamento nazionale, tenendo conto delle circostanze nazionali, ma consentendo nel contempo di preservare l'integrità del mercato unico, mantenere la spinta alla transizione verde, tutelare la sicurezza dell'approvvigionamento evitando costi di bilancio sproporzionati e garantendo le principali filiere industriali.
In questa prospettiva, le misure previste dal Decreto “Salva-prezzi” appaiono utili e necessarie, benché possono essere modificate in direzione di una maggiore selettività ed equità, per sostenere di più le imprese con maggiori difficoltà e le famiglie con redditi più bassi, rendendo anche più coerente il provvedimento con le indicazioni europee.
Essendo, poi, misure di risposta immediata allo shock generato dal conflitto, va anche sottolineata l’importanza di mantenere gli obiettivi di decarbonizzazione e cambiamento strutturale del sistema economico-produttivo, in particolare su risparmio ed efficienza energetica, economia circolare, mobilità sostenibile, “comunità energetiche” e autoproduzione di fonti energetiche rinnovabili, con
conseguenti scelte di politica industriale (finora inadeguate e insufficienti, anche considerando il PNRR).
Il decreto interviene inoltre su alcune misure in materia di lavoro.
Come evidenziato nel commento di dettaglio è necessario il rafforzamento delle misure di protezione, oltre quanto individuato, sia sull'esonero dal pagamento della contribuzione addizionale che relativamente all'allungamento delle settimane fruibili di cassa ordinaria o di assegno d'integrazione salariale.

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