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In vista del referendum dell’8 e 9 giugno 2025, la CGIL ha intrapreso una intensa attività per informare milioni di italiani residenti all’estero sui cinque quesiti referendari – quattro relativi al lavoro e uno alla cittadinanza. Si sono svolte assemblee, incontri con le comunità italiane, volantinaggi e molte altre iniziative per favorire la partecipazione anche oltre i confini nazionali, raggiungendo direttamente connazionali, associazioni, sindacati e istituzioni locali.
Nel contesto della campagna, è stata svolta una specifica missione in sei Paesi delle Americhe dove sono più numerose le comunità di italiane e italiani residenti: Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Stati Uniti e Canada.
Tra le comunità italiane d’oltreoceano
Il 14 aprile a San Paolo del Brasile si sono tenuti incontri presso la sede dell’INCA e della CUT brasiliana. Nei giorni successivi, la delegazione CGIL ha visitato Porto Alegre, incontrando dirigenti sindacali e la comunità italiana, affrontando temi locali come le conseguenze dell’alluvione che ha colpito anche la sede consolare. La CGIL ha organizzato una specifica azione di raccolta fondi per sostenere la CUT di Porto Alegre dopo le alluvioni.
Dal 18 aprile in poi in Argentina a Buenos Aires si sono svolti incontri istituzionali e una partecipata assemblea organizzata dal Comites. Il 19 aprile a Santiago del Cile, abbiamo incontrato associazioni, sindacati e comunità italiane, con un’assemblea finale molto partecipata.


Le attività sono proseguite in Uruguay a Montevideo e nuovamente a Buenos Aires dove il 21 aprile si sono svolti incontri con stampa e rappresentanti della politica. Il 25 aprile a New York è stato celebrato l’80° Anniversario della Liberazione italiana con un evento organizzato dal Comites locale e dalle istituzioni italiane, centrato sui diritti e sul significato del referendum.
L’ultima tappa si è svolta a Toronto, Canada, dove si è ricordata anche la tragedia di Marcinelle e le morti sul lavoro. Incontri con comunità, associazioni, patronati e con ospite di eccezione Fulvio Florio, novantasettenne fondatore dell’INCA in Canada.


Un messaggio chiaro: partecipare è un dovere democratico
«Questa esperienza ci conferma che i temi che poniamo nel referendum sono sentiti anche all’estero», afferma Filippo Ciavaglia che in CGIL segue gli italiani all’estero e rappresenta l’organizzazione nel CGIE. «Perché la precarizzazione del lavoro, l’insicurezza, le politiche liberiste, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, la compressione dei diritti e l’avanzata delle destre sono problemi globali».
Proprio da questa consapevolezza nasce il rilancio del ruolo della CGIL nel rapporto con le comunità italiane all’estero:
«Dopo queste intense giornate riaffermiamo con forza l’importanza delle nostre strutture internazionali. I rapporti con associazioni e organizzazioni sindacali sono fondamentali, ma il tema confederale — cioè la visione generale e unitaria della società — non può essere delegato. Serve uno scatto in avanti, una forte azione che parta dall’interesse generale, di cui la CGIL è da sempre portatrice».
E conclude con un richiamo alla tradizione e all’attualità del sindacato:
«Come diceva Di Vittorio, bisogna unire i braccianti del Sud con gli operai del Nord. Come affermava Trentin, i diritti dei cittadini devono essere difesi ovunque: oggi, significa unire i diritti del Sud del mondo con quelli del Nord, in un equilibrio tra i diritti dei consumatori e quelli dei cittadini».
→ Videomessaggio Fulvio Florio, Toronto
→ Videomessaggio Giuseppe Cafiso, Toronto
→ Videomessaggio Vincenzo Cugno, Toronto