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Questa vignetta racconta con immediatezza una realtà purtroppo comune a milioni di lavoratrici: precarietà, discriminazioni e diritti negati, soprattutto nei settori a prevalenza femminile, come i servizi alla persona, ma non solo.
In Italia, oltre l’80% delle addette in questi comparti sono donne, spesso migranti, impiegate con contratti a termine, spezzettati e privi di tutele E i numeri parlano chiaro:
· L’Italia è 111ª su 146 Paesi per partecipazione femminile al lavoro (Global Gender Gap Report 2024).
· Il 53,5% delle donne lavora, contro il 70,9% degli uomini.
· Una donna su tre lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio.
· Il gender pay gap reale arriva fino al 25% nel privato, e cresce con l’istruzione e la carriera.
· Il 36% in meno: è quanto percepiscono in pensione le donne rispetto agli uomini.
· Aumentano anche gli infortuni e le molestie sul lavoro, con un forte impatto psicologico.
Davanti a questi dati, il referendum dell’8 e 9 giugno è un’occasione fondamentale per dire SÌ a un lavoro stabile, sicuro, libero da discriminazioni.
Difendiamo i diritti di tutte e tutti, praticando il voto, per fermare una deriva che colpisce in particolare le lavoratrici, rendendo invisibili e sacrificabili le loro vite, i loro bisogni, il loro futuro.
Votare è un atto di giustizia e partecipazione. L’8 e 9 giugno #VotaSì ai referendum per i diritti e la dignità del lavoro.


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