Roma, 1 giugno - “Quelli rilevati ad aprile dall’Istat sono timidi segnali di ripresa del mercato del lavoro, una ripresa non strutturale. Si registra un minimo incremento del tasso di occupazione sul mese precedente (+0,1%), ma più consistente è stata la crescita di quello di disoccupazione (+3,4%). Indicatori che confermano quale sia l’emergenza del Paese: il lavoro”. Così la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, commenta i dati su ‘occupati e disoccupati’ diffusi oggi dall'Istituto di statistica.

Per la dirigente sindacale “permane, aggravato dalla pandemia, lo storico problema della disoccupazione. L'aumento esponenziale del 2021 sul 2020 (+870mila unità) va certamente letto in relazione al calo di inattività, segno che le persone iniziano nuovamente a cercare un’occupazione. Tuttavia il tasso di disoccupazione rimane una delle grandi emergenze del Paese”. "Altro dato, sempre su base annuale, che merita una riflessione - sottolinea Scacchetti - è quello relativo alla composizione per posizione professionale e per carattere dell'occupazione. Il saldo dei lavoratori dipendenti è positivo  (+7 mila), mentre quello sul lavoro indipendente è negativo (-184 mila). Inoltre, i lavoratori dipendenti permanenti calano di 222 mila unità, crescono invece i contratti a termine di 229 mila unità. Quasi un effetto sostituzione, da un’occupazione con carattere di continuità ad una a termine, a dimostrare la mancata strutturalità di una possibile ripresa occupazionale”.

Quelli fotografati dall’Istat sono quindi per la segretaria confederale “timidi segnali di ripresa”. “Il lavoro - conclude Scacchetti - è la vera emergenza del Paese, che deve essere affrontata condizionando gli investimenti alla crescita di occupazione di qualità, prolungando il blocco dei licenziamenti e accelerando il confronto sulla riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive.

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