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Roma, 29 ottobre - “Nel decreto legge sono state recepite alcune delle osservazioni da noi a lungo sollevate, ma resta, nel complesso, un provvedimento che non incide in alcun modo sul modello di impresa responsabile di stragi continue, basato su precarietà, subappalti a cascata, mancato rispetto dei Ccnl, compressione di costi e di diritti”. Così la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, commenta il decreto legge “Misure urgenti per la tutela e la sicurezza sui luoghi di lavoro” varato dal Consiglio dei Ministri.
Nel frattempo, sottolinea Re David “attraverso una norma della legge annuale per le Pmi, le imprese committenti vengono deresponsabilizzate rispetto alle condizioni di lavoro nella filiera del tessile”.
Tra gli interventi definiti “positivi” da Re David vi sono “i contributi in agricoltura e a sostegno del lavoro agricolo di qualità, l’introduzione del badge di cantiere in edilizia e in altri ambiti ad alto rischio. Tuttavia - sottolinea - il sistema è un tesserino di riconoscimento anticontraffazione, ma registra solo il percorso formativo del lavoratore nella piattaforma Siils e non orari di presenza in cantiere e applicazione dei contratti come in importanti accordi sindacali”. Inoltre, prosegue la segretaria confederale “le sanzioni per le imprese sprovviste di patente a crediti sono state inasprite, ma continuiamo a ritenere questo strumento inefficace e a richiedere una vera certificazione sulla qualificazione delle imprese”.
“Positiva l’assunzione dei medici Inail ora a tempo determinato, l’ampliamento dell’organico degli ispettori dell’Inl e del nucleo carabinieri per la tutela del lavoro, ma - avverte Re David - i numeri rimangono ridotti e non coinvolgono il sistema delle Asl/Regioni. Bene le borse di studio per i familiari delle vittime del lavoro, ma non c’è il patrocinio gratuito e la procura unica per evitare le prescrizioni. Infine, viene ampliata l’offerta di formazione, ma mancano strumenti di valorizzazione del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza”.
“Registriamo alcuni provvedimenti che vanno in una direzione utile, ma - conclude Re David - non c’è il salto di qualità necessario per rimettere le lavoratrici e i lavoratori al centro”.








