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Roma, 3 novembre – “Il Disegno di Legge di Bilancio prevede risorse del tutto insufficienti ad affrontare il drammatico sottofinanziamento della sanità pubblica. Il Governo decide dolosamente di ridurre la quota di ricchezza del Paese da destinare alla sanità pubblica imponendo alle persone di pagare per curarsi, se possono permetterselo. Dal suo insediamento nel 2022, ha previsto di tagliare quasi mezzo punto di Pil destinato alla sanità, pari a 9 miliardi di euro in meno all’anno. Si continua su questa strada, con un pericoloso arretramento del servizio pubblico. Questa è la verità dei numeri”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
 
 Come si evidenzia nell’elaborazione dell’Area Stato sociale della Cgil nazionale, nel 2025 per il Fabbisogno Sanitario Nazionale sono previsti 136,5 miliardi di euro, pari a 6,05% del Pil, in rapporto al quale il finanziamento per il SSN tocca il valore più basso degli ultimi decenni. Il Disegno di Legge di Bilancio 2026 porta il Fabbisogno Sanitario Nazionale del 2026 ad appena il 6,15% del Pil, pari a 142,9 miliardi di euro, prevedendo un incremento di 2,4 miliardi e 2,65 miliardi rispettivamente per il 2027 e 2028. Per Barbaresi “in rapporto al Pil la previsione del FSN non solo resta inadeguata, ma arriverà al picco negativo mai registrato, tornando a scendere nel 2027 al 6,04% fino a sprofondare al 5,93% nel 2028: valori assolutamente insufficienti a garantire il diritto alla salute e a rispondere ai bisogni urgenti delle persone. Così si allontana ulteriormente l’Italia dai paesi europei più avanzati per investimenti nella sanità pubblica”.
 
 “Si tratta di importi economici che non consentono né la valorizzazione del personale né le nuove assunzioni, prevedendo il 20% di quelle necessarie alla sola riforma dell’assistenza territoriale”, sottolinea la dirigente sindacale. “Oltretutto, le risorse non sono destinate al sostegno e rafforzamento dell’attività ordinaria del servizio pubblico, ma sono in gran parte vincolate a specifici progetti. In particolare – spiega – sono ancora destinate al privato e all’extra lavoro del personale, già allo stremo, finanziando prestazioni aggiuntive come presunto utile intervento per l’abbattimento delle liste di attesa, già fallito nel 2025. Si innalzano ulteriormente i tetti alla spesa per il privato convenzionato e per la farmaceutica, mentre resta il vergognoso tetto alla spesa sul personale”.
 
 Barbaresi denuncia che “a fianco della propaganda governativa e delle roboanti dichiarazioni della Presidente del Consiglio Meloni, ci sono la realtà dei numeri della Legge di Bilancio e il mondo reale: il progressivo allontanamento delle persone dalla tutela della sanità pubblica e dal diritto alla salute, con 6 milioni che rinunciano a curarsi, un italiano su dieci, e la concreta e progressiva privatizzazione del SSN”.
“Occorre garantire al Servizio Sanitario Nazionale risorse adeguate, raggiungendo progressivamente il finanziamento allineato ai valori medi dei paesi europei e fissandolo a un livello non inferiore al 7,5% del Pil. Per questo – conclude la segretaria confederale della Cgil – chiederemo modifiche alla Legge di Bilancio per incrementare le risorse destinate al SSN di 10.500 milioni di euro per il 2026, 14.200 milioni per il 2027 e 14.700 milioni dal 2028, e chiederemo che gli investimenti aggiuntivi siano interamente destinati al potenziamento di servizi e cure direttamente erogati dalle strutture del SSN”.






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