Roma, 9 maggio – “Un vero e proprio disastro. La crisi della produzione industriale, iniziata ormai da 26 mesi, prosegue senza sosta e si configura come un tunnel senza uscita visibile, soprattutto considerando l’incertezza economica globale che potrebbe ulteriormente aggravare la tempesta perfetta sulle nostre industrie. Ma il Ministro Urso continua a raccontare imperterrito che tutto va bene, nonostante le sue quotidiane rassicurazioni siano smentite dai dati. Il Governo affronti con realismo questa drammatica realtà e si assuma le proprie responsabilità”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo commenta i dati diffusi questa mattina dall’Istat.

“Il limitato progresso mensile, un guadagno di un decimale – sottolinea il dirigente sindacale – scompare di fronte alla discesa tendenziale dell’1,8%, che coinvolge quasi tutte le macro-categorie ad esclusione dell’energia. A guidare i ribassi sono i comparti da tempo in sofferenza: fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-17,2%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori, giù del 12% su base annua, e i mezzi di trasporto, che calano di 8,3 punti percentuali”.

“Oltre due anni di discesa costante della produzione, più di 115 mila lavoratori a rischio coinvolti nei tavoli di crisi del Mimit, calo del fatturato con perdite superiori ai 40 miliardi di euro e aumento vertiginoso del ricorso agli ammortizzatori sociali e ai fondi di solidarietà, con il picco di Cigs nell’industria che a marzo ha segnato un +147,71% rispetto a marzo 2024. Cosa altro si deve aggiungere a questo quadro – chiede il segretario confederale della Cgil – per far sì che il Governo prenda atto dell’inefficace azione politica del proprio Ministro dell’Industria? La Presidente Meloni si assuma le proprie evidenti responsabilità e inizi a fare qualcosa. È urgente attuare una politica industriale strategica in grado di sostenere il settore produttivo e di rilanciare la capacità di spesa delle famiglie, che sono il motore della domanda interna”, conclude Gesmundo.

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