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Roma, 7 agosto - “Il commercio sta sprofondando, travolto da una crisi industriale che dura da ventotto mesi e da una perdita di potere d’acquisto che ha svuotato portafogli e carrelli della spesa”. Lo affermano in una nota, il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo e il segretario generale della Filcams Cgil, Fabrizio Russo.
Per i due dirigenti sindacali: “La verità è semplice e scomoda: la crisi industriale è diventata crisi sociale e sta colpendo duramente anche il settore del commercio, della distribuzione e dei servizi. E il Governo è occupato a cantare vittoria, a cercare nuovi slogan, a parlare di ‘fiducia’, ‘resilienza’, ‘rimbalzo’. Rimbalzo sì, ma verso il basso”.
“A pagarne il conto - sottolineano Gesmundo e Russo - gli oltre 30mila lavoratrici e lavoratori del commercio: Coin, Carrefour, Conbipel, Original Marines, Logitech/Teknoservice, e altri ancora. Donne, in gran parte, impiegate in un settore già fragile, caratterizzato da realtà frammentate e part time involontario, che non può assorbire nuovi esuberi e che non riceve alcuna attenzione dalle Istituzioni”.
“Quello del commercio - aggiungono Gesmundo e Russo - è uno dei comparti principali su cui si basa l’economia del nostro Paese, basti pensare che da solo rappresenta milioni di posti di lavoro, soprattutto di donne e giovani, che troppo spesso lavorano in condizioni di fragilità e invisibilità. Il Governo finge di non vedere, ma il disagio cresce. Le crisi aziendali si moltiplicano e la risposta istituzionale è il nulla".
Secondo Gesmundo e Russo: “Servono specifiche politiche di settore e misure concrete contro la precarietà, il lavoro povero. Il lavoro nel commercio, e nel terziario tutto, ha bisogno di progettualità a medio lungo termine e investimenti mirati, che portino a sviluppo concreto, tutele e rispetto per i milioni di occupati”. Inoltre, concludono Gesmundo e Russo: “Occorrono politiche industriali serie, investimenti in innovazione, un piano straordinario per il lavoro, un sostegno reale ai salari e un rafforzamento del welfare. Non bastano bonus spot e conferenze stampa autocelebrative”.