Roma, 25 ottobre – “I dati sulla povertà nel nostro Paese diffusi oggi dall’Istat sono drammatici e confermano quanto le scelte del Governo siano state e continuino ad essere crudeli e sbagliate. Si ripristini subito, a partire dalla legge di bilancio, uno strumento universale di contrasto alla povertà e sostegno al reddito”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.

“Inflazione e rincari hanno aggravato ulteriormente le sempre più insostenibili condizioni economiche di troppe famiglie, e – sostiene la dirigente sindacale – certamente non sono i pochi euro della Carta acquisti lo strumento in grado di migliorarle. I dati certificano ancora una volta le pesanti diseguaglianze che attanagliano il nostro Paese. Confermano che la povertà colpisce maggiormente le famiglie numerose e con figli minori, le famiglie operaie, i migranti. Che si è poveri pur lavorando quando le condizioni retributive e di lavoro sono inadeguate, ma il Governo si oppone vigliaccamente a salario minimo e legge sulla rappresentanza. Che si è più poveri se si vive in affitto, ma il Governo ha azzerato i fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole e non investe nell’edilizia pubblica. Che si è più poveri nel Mezzogiorno, ma il progetto del Governo è quello dell’autonomia differenziata, destinato inesorabilmente ad aggravare la situazione”.

“Di fronte a 5,7 milioni di persone, il 10% della popolazione, e 2,2 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta – spiega ancora la segretaria confederale della Cgil – il Governo ha scelto di cancellare l’unico strumento universale di contrasto alla povertà, il reddito di cittadinanza, di introdurre nuove misure e dividere la platea delle persone in difficoltà tra coloro che possono accedere a un sostegno economico e coloro che ne sono escluse a prescindere dalle loro reali condizioni di bisogno”.

“È necessario che venga al più presto ripristinato uno strumento di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito che abbia carattere universale – ribadisce – e che venga fatto un forte investimento nell’infrastrutturazione sociale per rispondere ai molteplici bisogni delle persone in condizioni di difficoltà e disagio (economico, abitativo, educativo, sociale, assistenziale ecc.) di modo da garantire loro una vera presa in carico con servizi pubblici e sostegni. Un Paese che voglia dirsi civile – conclude Barbaresi – deve rimuovere le cause che generano povertà, emarginazione, diseguaglianze, indicatori di arretratezza ed ingiustizia, come prevede la Costituzione. Invece il Governo cerca consenso proprio sulla povertà, sull’intolleranza, sull’odio, e colpevolizza i più deboli”.