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Roma, 23 luglio - "Trattative separate e sul tavolo mediazioni già raggiunte con altri sindacati. Giorgetti intervenga". Lo denunciano Slc Cgil e Uilposte, a cui da mesi Poste Italiane, una delle principali aziende del Paese e partecipata dal ministero dell'Economia e finanze, impedisce di svolgere a pieno titolo le prerogative di organizzazioni maggiormente rappresentative del settore. Insieme a Cgil e Uil, le sigle dei lavoratori postali ieri hanno scritto al ministro Giorgetti: "Si è giunti a un punto di non ritorno" si legge nella lettera, "riteniamo utile, nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresentiamo, e a garanzia delle attività svolte da Poste Italiane per la collettività, intervenire affinché sia ripristinato un corretto equilibrio e una giusta interlocuzione tra le Parti".
Escluse dal dicembre 2024 dai tavoli unitari su richiesta di altre sigle sindacali, Slc Cgil e Uilposte si sono viste precludere "la possibilità di fornire il proprio contributo alla discussione. È venuto meno quel confronto di merito, di idee, anche di valori, che è la condizione necessaria per poter parlare di democrazia sindacale e per salvaguardare il principio fondamentale del pluralismo e della pari dignità nelle trattative sindacali. E senza quel confronto, collegiale e contestuale, risulta impossibile per Slc Cgil e Uilposte, impropriamente relegate a ruolo marginale, poter rappresentare pienamente le proprie posizioni a tutela dei propri iscritti".
Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil
Vera Buonomo, segretaria confederale Uil
Riccardo Saccone, segretario generale Slc-Cgil
Claudio Solfaroli, segretario generale Uilposte