Roma, 18 febbraio - "È necessario intervenire con urgenza per riqualificare le periferie: alle buone intenzioni del Governo devono seguire i fatti, non ci si può fermare agli spot. La legge di stabilità ha stanziato 500 milioni per un programma di interventi di questo tipo, ma del bando previsto, che doveva essere emanato entro il 31 gennaio, non c'è traccia". Questa la denuncia della segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi.

"La Legge di Stabilità 2016 - spiega nel dettaglio Fracassi - ha stanziato 500 milioni di euro per un programma di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, e noi abbiamo salutato con favore il ritorno di questo tema nell'agenda del Governo. Ma ad oggi non è accaduto nulla di quanto previsto in quella norma". "Il programma - sottolinea infatti la segretaria confederale Cgil - prevede che le proposte progettuali siano presentate da parte dei Comuni entro il 31 marzo 2016, e la legge demanda, per le modalità ed i contenuti, ad un bando che doveva essere emanato entro il 31 gennaio 2016".

"Insomma - prosegue Fracassi - siamo di fronte ad un ritardo che caratterizza e condiziona spesso programmi di questo genere, dal Piano Città di Lupi del 2012 al Piano per la 'riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate' previsto dalla Legge di Stabilità 2015". "Si cambiano ogni volta le procedure, i contenuti delle proposte, le responsabilità amministrative, e questo si traduce in ritardi sostanziali che a loro volta implicano ostacoli per l'attuazione vera e propria". (Per approfondire clicca qui)

"È fondamentale superare interventi e stanziamenti una tantum", dichiara Fracassi, secondo cui "si dovrebbe, al contrario, mettere a regime un programma pluriennale con finanziamenti che convergano da più amministrazioni e con modalità di funzionamento tali da recuperare quanto di positivo è emerso nei precedenti programmi"."Non è accettabile - conclude Fracassi - che programmi di questa natura rischino di essere utilizzati solo a fini di propaganda politica e che non venga dato conto con trasparenza e continuità dei loro esiti finali".