Roma, 20 maggio - "Vogliamo ricordare Massimo D'Antona, ucciso dalle Brigate Rosse, un grande maestro e grande giurista che ha messo al centro e non ha mai abbandonato il valore del lavoro e dei diritti delle persone che lavorano, e che ha saputo guardare avanti. La legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego è frutto anche del suo studio e lui, prima di altri, aveva capito come il diritto del lavoro del 900 dovesse guardare ai cambiamenti, alle trasformazioni, e pensava che i principi e i valori della Costituzione dovessero essere tradotti in atti, anche legislativi, che sostenessero la contrattazione collettiva, i diritti delle persone". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in occasione del ventiduesimo anniversario dall'uccisione di Massimo D'Antona, in un video di Collettiva.it.    "Portare avanti il suo pensiero - sostiene Landini - vuol dire dare validità ai contratti nazionali affrontando il problema di chi rappresenta chi, quando è valido un contratto generale, soprattutto in un momento in cui stanno aumentando la precarietà e le forme di lavoro che non hanno alcuna tutela. Vuol dire rilanciare e rafforzare il valore della contrattazione collettiva anche con un sostegno legislativo, e che il contratto nazionale deve tornare ad essere uno strumento per costruire solidarietà dentro il mondo del lavoro"."Oggi - conclude il segretario generale della Cgil - non ci limitiamo a ricordare Massimo D'Antona e a rendergli onore, come merita. Il nostro impegno è di dare gambe al suo pensiero, far sì che nel nostro paese si arrivi finalmente ad una legge sulla rappresentanza per tutto il lavoro e alla validità generale dei contratti nazionali, in modo che i diritti siano davvero diritti di tutte le persone che lavorano".
 
Per vedere il video integrale: Collettiva.it
Commemorazione Massimo D'Antona nel 22° anniversario