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La radice dello sciopero generale è chiara: “La legge di bilancio continua a togliere potere d’acquisto, spinge più avanti la pensione, taglia la sanità e la scuola, ma intanto trova i soldi per le armi”. Parte così il racconto di Maurizio Landini che, in una lunga intervista con Collettiva, spiega le ragioni dello sciopero generale indetto dalla Cgil.
Ricorda poi Landini: “Ero un apprendista metalmeccanico di poco più di 16 anni. Nel 1977 partecipai al mio primo sciopero generale, con manifestazione nazionale a Roma” e da lì non si è mai fermato perché la lotta per i diritti non può fermarsi.
Dai numeri che raccontano un paese in crisi, alle polemiche sullo sciopero di venerdì, passando per la questione fiscale, i giovani che lasciano il Paese costretti da precarietà e salari da fame, fino alle pensioni e alla sicurezza sul lavoro ancora ignorata, l’intervista affronta temi centrali per il Paese.
“Se non siamo noi a scendere in piazza per difendere i nostri diritti, non ci sarà nessuno che lo farà al posto nostro”. Lo sciopero serve a rimettere al centro “il lavoro e la persona, non il profitto e la competizione”. E aggiunge: “Se non ti mobiliti, se non fai nulla, è già finita prima ancora di cominciare”. Il 12 dicembre, conclude, “è nell’interesse di ognuno fare la propria parte. Solo insieme possiamo cambiare questa situazione”.
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