Roma, 8 novembre - “I 300 milioni previsti dal governo per l’emergenza ed il risanamento del territorio sono insufficienti e, in nessun modo, possono essere contrapposti agli investimenti in infrastrutture”. È quanto dichiara il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.“Un piano straordinario di manutenzione del nostro paese, dall’assetto idrogeologico alle strade e ai ponti, - aggiunge il leader della Cgil - può e deve andare di pari passo alle grandi opere infrastrutturali, fondamentali per lo sviluppo dell’Italia. In particolare, sono essenziali quelle che consentono i collegamenti interni e con il resto dell’Europa e va detto con chiarezza che le opere già finanziate ed i cantieri avviati devono proseguire”.“Uno stop delle grandi opere pubbliche - conclude Camusso - rappresenterebbe un danno per i lavoratori e per tutto il paese che, inoltre, ha un gran bisogno di infrastrutture sociali. Serve, pertanto, un governo che sia in grado di decidere, non di bloccare ciò che è necessario allo sviluppo e alla crescita. È del tutto miope, infatti, pensare che sia possibile avere una logica autarchica del Paese”.