Roma, 18 settembre - “L’esultanza da stadio con cui i membri del governo e della maggioranza hanno salutato, questa mattina, l’approvazione alla Camera del ddl costituzionale Nordio dice molto della cultura istituzionale che ispira questa vera e propria controriforma della giustizia. La Costituzione, da patrimonio di tutto il Paese e delle sue forze politiche, diventa proprietà di una sola parte che ne dispone a piacimento”. Lo afferma, in una nota, la Cgil Nazionale.

“Piero Calamandrei diceva che, quando si discute di Costituzione in Parlamento, i banchi del governo dovrebbero restare vuoti. Qui, invece - sottolinea la Cgil - si riscrive la Costituzione in consiglio dei ministri e a restare vuoti politicamente sono i banchi del Parlamento, che non ha modificato un solo comma di quel disegno di legge”.

“Anche questo - aggiunge la Confederazione - è un attacco al principio della separazione dei poteri: l’esecutivo, dopo essersi appropriato della funzione legislativa ordinaria (con l’abuso della decretazione d’urgenza e la reiterazione delle questioni di fiducia), fa sua anche la funzione costituente”.

“Siamo contrari - prosegue la Cgil - a qualsiasi modifica costituzionale imposta da maggioranze pro tempore, in particolare lo siamo su un provvedimento che mina alla base l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e l'eguaglianza di cittadine e cittadini di fronte alla legge, assestando un altro colpo all’equilibrio e al bilanciamento dei poteri dello Stato. Inoltre, la riforma non risolverà alcun problema di efficienza del sistema giustizia”.

“La nostra organizzazione, insieme a tutte le realtà politiche, sociali e culturali che condividono questa battaglia, farà fino in fondo la sua parte, con tutti gli strumenti democratici a disposizione, per impedire - conclude la Cgil - uno stravolgimento della Carta costituzionale di questa portata”.