Roma, 10 novembre - “Nell'evasione fiscale, contrariamente a quanto sostenuto dalla Presidente del Consiglio all'assemblea nazionale della Cna, c'è ben poco di percepito, e molto di reale, come testimoniano i dati certificati non dai sindacati, ma dal Mef, che nella 'Relazione sull'economia non osservata 2023' evidenzia una propensione all'evasione dell'Iperf che, nel lavoro autonomo, sfiora il 70%. Il reddito medio degli aderenti al regime forfetario, nel 2021, è stato pari a 15.600 euro”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.

“È da questa base - chiede Ferrari - che saranno concordati i redditi presunti del prossimo biennio? Se così fosse, il concordato preventivo, che arriva dopo oltre 14 condoni varati dal Governo in carica, finirebbe per legalizzare un'evasione di massa che ogni anno sottrae alla collettività l'equivalente di mezzo Pnrr”.

“Una linea politica in perfetta coerenza con l'idea che le tasse siano un 'pizzo di Stato' e che gli unici sui cui debba gravare il carico fiscale siano lavoratori e pensionati. La conseguenza di questo approccio è evidente: lo smantellamento del welfare pubblico e universale, a partire da scuola e sanità, pur di non andare a prendere i soldi dove sono: l'evasione appunto, i profitti, gli extraprofitti (a proposito, quanto renderà la tassa sulle banche?), le rendite finanziarie e immobiliari. I tagli diretti e indiretti contenuti nella legge di Bilancio ne sono la conferma", conclude Ferrari.