Roma, 4 giugno – “Da oggi l’Italia sarà un Paese meno libero. Il decreto sicurezza approvato dal Senato è una ferita alla Costituzione, una norma punitiva che risponde con la forza e l’intimidazione a chi chiede giustizia sociale, lavoro, diritti. Continueremo a contrastarlo con tutti gli strumenti democratici a disposizione: ricorsi giuridici, campagne di sensibilizzazione, iniziative nei territori e nuove mobilitazioni già in programma per le prossime settimane”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.

“La Cgil – ricorda la dirigente sindacale – si è opposta fermamente ad un provvedimento che invece di garantire maggiore sicurezza e coesione sociale, restringe gli spazi di libertà, reprime il dissenso, colpisce chi manifesta pacificamente, introduce nuovi reati e criminalizza la marginalità. Da domani – sottolinea – gli operai di una fabbrica che protestano contro i licenziamenti o per i loro diritti, rischiano di essere arrestati”.

Inoltre, per Ghiglione “quanto avvenuto in Aula, con frasi gravissime rivolte all’opposizione e la richiesta di fiducia per zittire ogni confronto, è il segno di un Governo che teme il dissenso e risponde con l’arroganza, e rappresenta un passaggio grave per la democrazia e per i diritti del Paese”.

“Se pensano di farci paura, si sbagliano: non ci fermeremo. Dopo la straordinaria partecipazione di decine di migliaia di persone alla manifestazione del 31 maggio – annuncia la segretaria confederale della Cgil – continueremo a mobilitarci nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, ovunque ci sia bisogno di difendere la libertà, la democrazia e i diritti delle persone. Insieme a un’ampia rete di associazioni, movimenti, giuristi e cittadine e cittadini continueremo a far sentire la nostra voce in tutto il Paese, non ci piegheremo all’idea che chi manifesta, chi sciopera, chi dissente debba essere trattato come un criminale”.

“Oggi c’è una maggioranza nel Paese che è contro le scelte di questo Governo, una maggioranza fatta dalle persone che lavorano e che chiedono un cambiamento reale. Il prossimo 8 e 9 giugno – conclude Ghiglione – sarà un momento decisivo: invitiamo tutte e tutti a partecipare al voto e a votare SÌ ai referendum promossi dalla Cgil. Per dire no alla precarietà, alla criminalizzazione del dissenso e allo svuotamento dei diritti nel lavoro. Per dire sì alla democrazia, alla dignità e alla giustizia sociale”.