Roma, 23 novembre – “Il ddl sicurezza è un condensato di propaganda e populismo istituzionale diretto più a dare risposte emergenziali di ordine pubblico che non ad affrontare il tema della sicurezza come questione sociale per superare le diseguaglianze presenti nel Paese, dalla povertà alla crisi alloggiativa, dalla tutela degli operatori delle forze di polizia ai temi dell’accoglienza degli immigrati”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale a proposito dello schema di disegno di legge in tema di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio e ordinamento penitenziario, approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri.

Per la Confederazione “come nel decreto Caivano e nel decreto rave, le soluzioni proposte vanno verso un inasprimento delle pene e la codificazione di nuovi reati, e sono pericolosissime non solo per le libertà individuali, ma anche per la tenuta democratica del Paese laddove si riducono gli spazi di protesta, trasformando alcune azioni da soggette a sanzione amministrativa a veri e propri reati. Si colpiscono, inasprendo le pene, tutti quei comportamenti che nascono e si determinano in ambienti di povertà, di disagio, di marginalità, di degrado sociale, che avrebbero bisogno di una più forte presenza dei servizi sociali e di una rete di sostegno”.

La Cgil si sofferma in particolare su una previsione giudicata “estremamente negative”, quella “del carcere nei confronti di donne incinte, eseguita anche in presenza di figlio minori di tre anni. Nessun bambino deve varcare la soglia del carcere ed è necessario istituire finalmente le case-famiglia per le madri con bambini, già previste per legge e mai realizzate”.

Per quanto riguarda le tutele al personale delle forze di polizia, “assistiamo a un esercizio di propaganda”, in primis sul miliardo e mezzo di euro per la sicurezza e il soccorso per il rinnovo dei contratti, “in quanto le risorse concretamente stanziate, inferiori a quelle del precedente triennio, si tradurranno in un aumento lordo a regime del 5,80 per cento che non permette un recupero reale dell’inflazione”. Inoltre, “non sono previsti investimenti per la formazione, le assunzioni, la previdenza pubblica e complementare, il potenziamento di mezzi e strutture al di là delle risorse ordinarie”. “Gravissima poi – sottolinea la Cgil – l’autorizzazione alla detenzione di una seconda arma senza licenza per gli operatori di polizia, che suona come un riconoscimento a un esercizio della sicurezza quasi in forma privata non compatibile con il nostro ordinamento costituzionale”.

“L’intero schema di disegno di legge interviene sulla Costituzione materiale del Paese, anticipando i temi della riforma costituzionale che il Governo intende portare avanti, con disposizioni che preparano il terreno per l’azione di una riforma in senso autoritario. Il ddl sicurezza deve essere ritirato – si legge infine nella nota – perché è inaccettabile l’ideologia che lo ispira”.