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Roma, 15 ottobre - “È gravissimo il colpo di spugna che, su pressione del Governo, la Commissione Industria del Senato ha inferto l’altro giorno alla lotta contro lo sfruttamento e il caporalato nel settore della moda, di fatto deresponsabilizzando l’impresa committente in caso di lavoro nero negli appalti e nelle forniture”. Così Alessandro Genovesi, responsabile contrattazione inclusiva, appalti, lotta al lavoro nero della Cgil Nazionale, commenta l’approvazione all’interno della legge annuale per le Pmi, dell’emendamento a firma dei senatori di Fratelli d’Italia Amidei e Ancorotti.
Per Genovesi: “Di fronte a una magistratura che contesta un reato di sfruttamento in un’azienda, in questo come in altri settori, e la responsabilità di chi avrebbe dovuto controllare e verificare, cioè la committente, ma non lo ha fatto, il Governo ha di fatto cancellato quel reato. O, meglio, ha offerto un vero e proprio scudo a modelli di impresa irresponsabili. Un precedente gravissimo: dallo scudo fiscale per chi ha evaso, siamo passati allo scudo penale per chi sfrutta”.
“Ora è più chiaro perché il Ministro Urso ha convocato oggi un tavolo solo con le imprese della moda, escludendo i sindacati di settore. Mentre il sindacato, unitariamente, chiede - prosegue Genovesi - di introdurre criteri di verifica sul corretto rapporto tra quantità prodotta e numero minimo di lavoratori, sulla corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro, sulla limitazione dei livelli di subappalto e subfornitura, e su una maggiore responsabilità della committenza, il Governo e il partito della premier fanno l’esatto contrario: riducono le tutele, abbassano la responsabilità dei committenti, cioè di chi vende a centinaia di euro prodotti pagati pochi euro a lavoratrici e lavoratori in nero”.
“Chiediamo al Governo e al Parlamento di tornare indietro e facciamo appello a tutte le forze politiche e alle tante imprese serie e strutturate che investono in qualità e buon lavoro di far sentire la propria voce. Come Cgil - conclude Genovesi - faremo di tutto perché questa norma sia ritirata e perché si apra un tavolo vero di confronto per combattere lavoro nero, evasione fiscale e contributiva, sfruttamento”.