Roma, 7 ottobre - “La Regione siciliana ha deciso di stornare 252 milioni di euro del Programma Regionale FESR per sviluppare ‘infrastrutture di difesa resilienti’. Tradotto: risorse destinate alle armi, con la giustificazione dell’uso anche a fini civili di investimenti per la mobilità militare e per rafforzare presidi di rilevanza nazionale, europea ed extraeuropea (quali sistemi di comunicazione satellitari, basi militari, ecc.) che insistono sul territorio della Sicilia”. Ad affermarlo Christian Ferrari, segretario confederale Cgil nazionale e Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia.

“Si tratta di una decisione gravissima - dichiarano Ferrari e Mannino - che sottrae fondi europei e nazionali stanziati per la lotta alle diseguaglianze sociali e ai divari territoriali, utilizzandoli per scopi militari. Non è questa la priorità di un territorio che ha invece urgente bisogno di provvedimenti che favoriscano la crescita economica e la creazione di buona occupazione, e garantiscano il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza, a partire dal diritto alla salute e all’istruzione pubblica.

“Peraltro, quanto affermato nella delibera circa la condivisione di questa scelta con il partenariato istituzionale - economico - sociale è - proseguono Ferrari e Mannino - totalmente destituito di fondamento, visto che alle parti sociali era stato garantito esattamente il contrario, ossia l’assenza di investimenti di questa natura”.

“Come Cgil, continueremo a vigilare e ad opporci in ogni modo a un’insensata corsa al riarmo, che non porterà nulla di buono né alla Sicilia, né al Paese”, concludono Ferrari e Mannino.