Roma, 26 giugno - La Cgil ha lanciato questa mattina “I diritti non si appaltano”: una campagna nazionale di comunicazione, in sette diverse lingue, per il lavoro dignitoso, contro lo sfruttamento e i falsi appalti. Un’iniziativa che ha visto la partecipazione del segretario generale Maurizio Landini, del responsabile appalti Alessandro Genovesi e del responsabile legalità Alessio Festi.

Per l’occasione la redazione di Collettiva ha realizzato un longform, che oltre a contenere i materiali della campagna di comunicazione, racconta, con l’ausilio di dati, video, podcast e articoli, diverse storie, denunce e buone pratiche sul mondo degli appalti.

L’iniziativa si rivolge a diversi milioni di lavoratrici e lavoratori, in particolare ad una parte dei circa 3 mln di persone che secondo l’Istat svolgono lavori in modo irregolare e ad una parte degli oltre 5,7 mln di dipendenti e lavoratori autonomi che sono classificati a basso reddito, spesso impiegati proprio nella catena degli appalti e subappalti. Tra gli obiettivi: contrastare lo sfruttamento, il lavoro nero e gli appalti irregolari, bloccare l’abuso di appalti e subappalti, impedire il dumping contrattuale e la concorrenza sleale, che spesso sono anche la causa di infortuni e morti sul lavoro.

L’approfondimento giornalistico racconta di importanti risultati ottenuti, nei settori pubblici e privati, grazie alla contrattazione d’anticipo e alla sottoscrizione di protocolli e accordi. È il caso del protocollo sugli appalti per il Giubileo di Roma 2025, e delle esperienze Italpizza, Giuliani Arredamenti, Mondo Convenienza, Esselunga, il distretto della pelletteria di Firenze, Cremonini, solo per citarne alcuni.

Inoltre, gli appalti, come dimostrano inchieste e processi, sono terreno di conquista e affari per la criminalità organizzata e le mafie, e a pagarne le conseguenze sono proprio i lavoratori. La Cgil, con un’operazione di monitoraggio, ha seguito 37 processi nei quali si è costituita parte civile, ed è evidente come negli appalti il meccanismo di infiltrazione sia quasi sempre presente. Alcuni esempi riportati: l’infiltrazione camorristica nella sanità partenopea, le inchieste “Dirty Job” in Abruzzo, “Keu” in Toscana, “Taurus” in Veneto, “Aemilia” in Emilia Romagna e i tanti processi successivi nella stessa Regione per l’infiltrazione ‘ndranghetistica negli appalti in svariati settori economici.

“Coerentemente con la battaglia portata avanti attraverso i referendum e per valorizzare la forza dei 12 milioni di Sì, lanciamo la campagna ‘I diritti non si appaltano’. Vogliamo aprire - afferma la Cgil - una nuova stagione di vertenze collettive e individuali, ma anche di contrattazione preventiva e modelli organizzativi virtuosi, capaci di bloccare sul nascere le pratiche distorsive e promuovere uno sviluppo economico equo, inclusivo e sostenibile”.

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