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Roma, 2 dicembre - “I dati Istat sull’occupazione diffusi oggi confermano quanto ormai da tempo denunciamo: continuiamo a rincorrere e interpretare numeri senza guardare alle certezze che le analisi demografiche ci forniscono. La crescita degli occupati over 50 e il calo dell’occupazione giovanile e femminile non sono segnali di un mercato del lavoro sano, ma l’espressione di uno squilibrio strutturale che continua a penalizzare i soggetti più fragili”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli.
Per la dirigente sindacale: “Servono politiche del lavoro che tengano conto delle grandi transizioni in corso, demografica, tecnologica e ambientale, e che contrastino le disuguaglianze di accesso e permanenza nel mercato del lavoro”. “Sarebbe ora, come più volte abbiamo sollecitato, di aprire un tavolo di confronto sulle più ampie questioni da affrontare, salari adeguati, contrasto alla precarietà, diritti effettivi, tutela della salute e sicurezza, formazione, accesso ai servizi di conciliazione, per migliorare realmente le condizioni delle persone in ingresso e all’interno del mercato del lavoro. Dato un esame poco confortante, se guardiamo agli strumenti legati al Pnrr come il programma GOL e le misure attivate in seno al Piano Nazionale Giovani Donne e Lavoro, è quanto mai urgente attivare una analisi qualitativa di quanto è stato prodotto ed una valutazione di impatto per orientare efficacemente le politiche del lavoro. I dati quantitativi che sono spesso utili per raggiungere target e per comunicati roboanti, continuano a segnalare che i divari di genere, generazionali, territoriali non sono stati rimossi e condizionano le opportunità e la prospettiva di vita per i giovani, le donne e i soggetti più fragili".
"Chiediamo interventi strutturali per invertire seriamente la rotta, sostenere le lavoratrici e i lavoratori, i disoccupati, le persone in transizione lavorativa e costruire un mercato del lavoro inclusivo e sostenibile per tutte e tutti. È ciò che torneremo a chiedere nelle piazze dello sciopero generale del 12 dicembre", conclude Gabrielli.






