"Noi stiamo ponendo il problema che chi tiene in vita questo Paese, cioè il mondo del lavoro, che sono la maggioranza delle persone, che lavorano, si fanno il mazzo e pagano le tasse, sono quelli che oggi stanno pagando il prezzo più pesante di questa logica del ritorno della guerra." Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, ad Omnibus su La7, spiegando la giornata di scioperi e mobilitazioni per Gaza indetta dalla Cgil venerdì 19 settembre.

"Dire pace oggi vuol dire lavoro, vuol dire investimenti non in armi ma investimenti in sanità pubblica, vuol dire basta precarietà, vuol dire riaffermare partecipazione e democrazia, vuol dire ai giovani italiani rimanete qui non andate all'estero. Quindi - ha ribadito Landini - noi stiamo svolgendo una funzione, certo politica, ma perché pensiamo che il mondo del lavoro ha il diritto di avere un progetto di cambiamento. Oggi la pace, la democrazia è la condizione per avere questo diritto".

"Quindi non ci stiamo occupando di altro quando diciamo si operi per difendere il diritto del popolo palestinese, non stiamo facendo politica, stiamo dicendo che senza la pace, la democrazia e i diritti non ci sono - ha poi concluso il segretario generale della Cgil -. Stiamo difendendo la democrazia di tutti perché è a rischio la tenuta democratica dell'Italia e dell'Europa".

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