Di seguito riportiamo il testo della lettera aperta contro le nuove regole fiscali inviata dai sindacati del Belgio, della Francia, dell’Italia e della Spagna agli eurodeputati, alla vigilia del voto sulle nuove regole sull’austerità del Parlamento europeo. Tra i primi firmatari il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.


Le nuove regole fiscali renderanno impossibile l’inevitabile trasformazione delle nostre società, lasciando indietro lavoratori e cittadini in un momento in cui hanno più che mai bisogno di protezione.

Martedì 23 aprile, il Parlamento europeo si appresta a ratificare l'accordo raggiunto dalle istituzioni europee sulla governance economica europea. Questo accordo, frutto di un approccio volto all’austerità voluto da alcune capitali europee, imporrà agli Stati membri di ridurre rapidamente i loro debiti e secondo modalità economicamente e socialmente insostenibili: questo segnerà un ritorno all’austerità. Allo stesso tempo, le nuove regole fungeranno anche da disincentivo a investire negli obiettivi sociali e climatici concordati dagli Stati membri dell’UE, perché sarà minore il margine di manovra sul deficit pubblico. Come ha dimostrato di recente la CES, ai sensi delle nuove regole fiscali, solo tre paesi potranno far fronte agli investimenti sociali e climatici necessari (Svezia, Irlanda e Danimarca)¹.

L'accordo è spesso presentato come migliore delle norme fiscali passate, in particolare per i nostri 4 Paesi (Belgio, Spagna, Italia e Francia), in quanto ora (con le nuove regole) dovremmo ridurre il nostro rapporto debito/PIL solo di circa l'1%. Le nuove regole non sono migliori, soprattutto considerando i processi altamente trasformativi che la nostra economia sta attraversando e il panorama internazionale piuttosto instabile. Secondo i nostri calcoli più recenti, le nuove regole peggiorerebbero addirittura la capacità dell’UE di rispondere alle sfide attuali poiché imporrebbero 72,9 miliardi di euro all’anno in tagli di bilancio o nuove tasse, solo nei nostri quattro paesi2, ovvero l’equivalente di circa 1,5 milioni di insegnanti o operatori sanitari ed imporrebbe riforme pensionistiche restrittive durante i primi anni di attuazione delle nuove regole.

Abbiamo motivo di credere che le nuove regole annulleranno presto i benefici economici degli investimenti finanziati dai Piani nazionali di resilienza e ripresa. È evidente che questi tagli causeranno un rallentamento economico nei nostri paesi, e non solo in Belgio, Spagna, Francia e Italia, che rappresentano il 41% del prodotto interno lordo dell’Unione europea nel 2022. In ogni caso, paralizzare le nostre economie avrà conseguenze per l’intera UE.

Noi, organizzazioni sindacali belghe, spagnole, francesi e italiane, invitiamo gli eurodeputati a respingere l’accordo e a rinegoziarne uno nuovo dopo le elezioni europee, che non ci obblighi a scegliere tra finanziamenti alle scuole, agli ospedali, ai vigili del fuoco o asili nido e programmi per la riqualificazione energetica degli edifici, sostegno al mondo agricolo o sostegno alla decarbonizzazione delle industrie ma contribuiscono alla creazione di buoni posti di lavoro e di servizi pubblici di qualità che sono fondamentali per un’economia europea inclusiva e sostenibile.

Altre regole sono possibili. Regole che consentano investimenti sociali, investimenti verdi, il finanziamento dei servizi pubblici e dei sistemi di protezione sociale e il sostegno pubblico alla transizione giusta e alla decarbonizzazione delle nostre industrie. Un nuovo accordo dovrebbe essere accompagnato anche da misure in grado di raccogliere nuove risorse per finanziare uno strumento di investimento permanente dell’Ue. Altre idee: un piano di ripresa dell’UE (RRF) migliorato e rinnovato, una tassazione europea equa (tassazione dei più ricchi, tassa sulle transazioni finanziarie, lotta all’evasione fiscale), il tutto con forti condizioni sociali e ambientali.

In vista delle elezioni europee, invitiamo quindi gli eurodeputati a respingere questo accordo, che renderebbe il loro programma elettorale in gran parte impraticabile. Un progetto del genere non convincerà i cittadini e i lavoratori che nessuno verrà lasciato indietro.


¹ http://bit.ly/3vTORtJ

² Vedi: 100bn in cuts next year under Council austerity plan | ETUC

Firmatari:

Miranda ULENS, Segretaria Generale ABVV-FGTB, Belgio

Olivier VALENTIN, Segretario nazionale ACLVB-CGSLB, Belgio

Marie-Hélène SKA, Segretaria Generale ACV-CSC, Belgio

Marylise LEON, Segretaria Generale CFDT, Francia

Sophie BINET, Segretaria Generale CGT, Francia

Frédéric SOUILLOT, Segretario generale Force Ouvrière, Francia

Laurent ESCURE, Segretario generale UNSA, Francia

Maurizio LANDINI, Segretario Generale CGIL, Italia

Luigi SBARRA, Segretario Generale CISL, Italia

Pierpaolo BOMBARDIERI, Segretario Generale UIL, Italia

Unai SORDO, Segretario Generale CC.OO, Spagna

Pepe ALVAREZ, Segretario Generale UGT-Spagna e Vicepresidente CES