Roma, 13 maggio – “Il 13 maggio del 1978, quarantadue anni fa, a pochi giorni dall’assassinio di Aldo Moro, il Parlamento approvò la legge 180: da quel momento migliaia di uomini e di donne internati in manicomio furono, seppur gradualmente, liberati, impedendo che altri vi fossero rinchiusi. Sono stati restituiti così diritti, dignità e cittadinanza alle persone con disturbi mentali”. Così la segretaria confederale della Cgil Rossana Dettori e il responsabile Sanità della Cgil nazionale, Stefano Cecconi.“Oggi – proseguono i dirigenti sindacali – siamo in una fase delicatissima: vogliamo uscire dall’emergenza scatenata dalla pandemia Covid-19, dalle sofferenze e dai danni sociali ed economici che ha provocato, per rilanciare il Paese. Per farlo – sostengono – occorre ripartire dai diritti delle persone, dalla tutela della salute come diritto fondamentale, sapendo, come afferma l’OMS, che ‘non c’è salute senza salute mentale’.“Affermare diritti concretamente vuol dire ricostruire un nuovo, solido, sistema di servizi sociali e sanitari, e agire su tutti i ‘determinanti di salute’: reddito, lavoro, istruzione, casa, ambiente, relazioni umane. Per un welfare universale e politiche socialmente eque come pilastri del rilancio”.“Con questo spirito, e con queste intenzioni – concludono Dettori e Cecconi – la Cgil parteciperà alla video-assemblea convocata per il 30 maggio prossimo dalla Conferenza nazionale Salute Mentale”.