"Il divario consolidato negli anni tra le entrate all’Inail dovute ai premi assicurativi pagati dalle imprese e le uscite per le prestazioni di risarcimento a favore dei lavoratori e delle lavoratrici per gli infortuni e le malattie professionali, è arrivato, in questi anni, ad oltre 30 miliardi di euro depositati nelle casse dello Stato, cioè al Ministero dell’Economia" è quanto affermano in una nota i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Franco Martini, Angelo Colombini e Silvana Roseto."Nello stesso tempo - prosegue la nota - abbiamo assistito negli ultimi anni ad uno scarto crescente tra il numero delle denuncie dei lavoratori e delle lavoratrici per infortuni e malattie professionali e il numero degli eventi risarciti dall’Inail. Queste economie sulla salute di chi lavora non sono più accettabili. C’è il rischio - spiegano - che l’Inail si trasformi in uno strumento di raccolta denaro del Ministero dell’Economia invece di essere l’Istituto preposto alla salvaguardia e alla tutela della salute dellelavoratrici/lavoratori"."Cgil, Cisl e Uil - avvertono i dirigenti sindacali - rivendicano un decisivo e forte miglioramento delle prestazioni dell’Inail volte al qualificare sempre di più sia le attività di prevenzione, di ricerca e quelle di riabilitazione degli infortunati da lavoro e di cura dei malati affetti da patologie di origine professionale".Bisogna realizzare a breve un vero miglioramento delle attività dell’Inail:- aumentare il valore economico dei risarcimenti;- allargare la casistica dei danni indennizzati;- velocizzare i tempi di risoluzione delle pratiche di indennizzo dei lavoratori/lavoratrici malati;- ridurre l’eccessivo ricorso legale per la consuetudine di respingere le richieste di prima istanza;- realizzare e rafforzare un più deciso intervento sui servizi socio-assistenziali e sanitari a favore degli infortunati e dei malati professionali;- potenziare le attività della sorveglianza epidemiologica e sanitaria e finanziare e coordinare la ricerca clinica per le terapie efficaci per i tumori professionali, che sfuggono largamente alla rilevazione e agli indennizzi da parte dell’Istituto;- favorire la definizione di nuovi indennizzi mutualistici del sistema delle imprese a favore delle vittime dell’amianto;- potenziare le collaborazioni con il sistema sanitario nazionale tramite le Regioni e il Ministero della Salute e finanziare progetti di ricerca per il superamento dell’utilizzo delle sostanze cancerogene nelle attività economiche."Su questi capitoli, Cgil Cisl e Uil - spiegano i tre dirigenti sindacali - intendono aprire un ampio confronto direttamente con l’Inail e il Ministro Luigi Di Maio con il coinvolgimento anche del Parlamento.Le Organizzazioni Sindacali rivendicano inoltre un decisivo impegno del Governo sulla prevenzionee tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché sulla strategia nazionale e piani di intervento volti a garantire condizioni di lavoro adeguate che mirino ad un miglioramento continuo a favore di tutte le lavoratrici/ lavoratori"."L’Inail può e deve essere uno strumento di eccellenza a tutela della salute di chi lavora, anche conla qualificazione sociale e tecnologica delle imprese" conclude la nota.