L’articolo 1, comma 161, della legge 31 dicembre 2024, n. 207 (legge di Bilancio 2025) ha previsto, anche per il 2025, che i lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria, o a forme sostitutive ed esclusive della medesima, che maturino il diritto alla pensione anticipata flessibile entro l’ anno 2025 (almeno 62 anni di età e 41 anni di contribuzione) e scelgono di proseguire l’attività lavorativa dipendente, hanno facoltà di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a loro carico relativi all’Assicurazione generale per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima. La medesima disposizione ha esteso tale facoltà, per il 2025, anche ai lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria, o a forme sostitutive ed esclusive della medesima, che raggiungono i requisiti previsti dall’articolo 24, comma 10, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

L’INPS, con la circolare e i messaggi in oggetto, ha fornito istruzioni e chiarimenti procedurali in merito alla disciplina dell’incentivo al posticipo del pensionamento anche in considerazione delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio n. 207/2024.

Com’è noto, la CGIL ha manifestato fin dall’inizio una posizione critica nei confronti di questa misura, esprimendo le proprie perplessità anche durante l’audizione parlamentare sulla Legge di Bilancio. Si tratta, ancora una volta, di un intervento che introduce nuove disuguaglianze nel sistema previdenziale, andando a penalizzare in particolare quei lavoratori che svolgono attività gravose o usuranti e che, proprio per la natura del lavoro svolto, non hanno la possibilità di rinviare l’accesso alla pensione.

Al contrario, la misura finisce per avvantaggiare coloro che operano in condizioni meno faticose, i quali possono permettersi di proseguire l’attività lavorativa e, grazie all’incentivo, ricevono anche un beneficio economico aggiuntivo per una scelta che, verosimilmente, avrebbero fatto comunque.

Si tratta dunque di un provvedimento che accentua le disparità esistenti, creando una divisione netta tra chi ha il privilegio della scelta e chi, per ragioni di salute o di usura psicofisica, è costretto ad abbandonare il lavoro. L’incentivo al posticipo del pensionamento rappresenta, in questo senso, una scelta sbagliata che altera l’equilibrio interno del sistema previdenziale e acuisce le differenze tra i lavoratori, sia in termini di condizioni fisiche che di continuità contributiva.

Il sistema previdenziale italiano si fonda sul principio della ripartizione, secondo cui i contributi versati dai lavoratori attivi servono a finanziare le pensioni in pagamento. Questo meccanismo si regge su un patto di solidarietà tra generazioni. Promuovere la rinuncia alla contribuzione e incentivare la permanenza nel lavoro rischia di indebolire tale equilibrio, riducendo le risorse disponibili e compromettendo la sostenibilità futura del sistema stesso.

Naturalmente, nell’attività di tutela e consulenza che svolgiamo quotidianamente come Patronato, sarà nostro compito illustrare con la massima chiarezza e trasparenza questa possibilità a tutte le lavoratrici e i lavoratori che ne faranno richiesta, fornendo loro tutte le informazioni necessarie per una scelta consapevole, pur mantenendo fermo il nostro giudizio critico sulla misura.


→ Per la richiesta di verifica del requisito di accesso al posticipo del pensionamento e per ulteriori informazioni rivolgiti al Patronato Inca Cgil

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