Roma, 23 luglio - “I Fondi strutturali, nel quadro di un rinnovamento delle Politiche di Coesione, sono strategici non solo per superare l’emergenza, ma soprattutto per mettere in campo un Piano di rilancio del Paese a partire dal Mezzogiorno, così come evidenziato dallo stesso Ministro Provenzano. L’accordo sul Recovery Fund è un importante passo in avanti, anche per costruire un’Europa diversa, capace di contrastare disuguaglianze sociali e territoriali, a partire dalla creazione di lavoro”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra.“L’Italia, fino ad oggi, ha mostrato - sottolinea il dirigente sindacale - molte debolezze nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse europee, in particolare al Sud dove si sono concentrati molti soldi, spesso non spesi o usati in modo inefficace. La sfida per il nostro Paese che riceverà, con il Recovery Fund, 209 miliardi di cui 91 a fondo perduto, è dimostrare di saper cambiare passo”. Per il segretario confederale “l’Italia dovrà mettere in campo un programma innovativo e perseguibile di politiche e interventi, ma soprattutto dovrà essere capace di realizzarlo, superando quella debolezza nella capacity building delle istituzioni pubbliche che finora ha frenato un utilizzo efficace delle risorse europee”.“La ‘messa a terra’ di questo programma potrà contare - prosegue Massafra - sulla fattiva collaborazione del partenariato economico e sociale, che comprende i soggetti portatori dei bisogni di lavoratori, imprese e cittadini. Interventi di incentivazione alle imprese, contrasto alla povertà educativa, riduzione dei NEET, investimenti su innovazione e infrastrutture dovranno essere oggetto di un confronto serrato con le parti sociali. Come sindacato abbiamo fino ad oggi contribuito ad arricchire l'elaborazione del Governo con le nostre proposte. Ala luce delle sfide poste in campo è ancora più urgente un confronto col Governo”.Inoltre, aggiunge il segretario confederale “le Istituzioni pubbliche dovranno dimostrare di coinvolgere decisamente di più le parti sociali, fin dalla fase attuale di definizione del programma da inviare in Europa, perché la loro partecipazione potrà fare la differenza nella realizzazione di progetti di rilancio del Paese, a partire dal Mezzogiorno. Il Paese riparte - conclude Massafra - se riparte il Sud”.