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© Marco Merlini / Cgil
Stanno giungendo messaggi di solidarietà e sostegno da ogni parte del mondo per lo sciopero convocato il 12 dicembre dalla CGIL. In queste ore decine di sindacati dall’Europa, dall’Africa e dall’America, stanno facendo pervenire messaggi di solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati italiani che scenderanno in piazza contro una legge di bilancio tutta fatta di austerità, tagli ai servizi pubblici, aumento dell’età pensionabile, delle disuguaglianze e della spesa militare a scapito degli investimenti.
Rivendicazioni che hanno un carattere chiaramente europeo, se non globale. I sindacati nel mondo si trovano a confrontarsi con scenari sempre più simili: l’11 dicembre, ad esempio, i sindacati portoghesi della CGTP-IN hanno indetto uno sciopero generale contro una riforma regressiva in materia di mercato del lavoro.
Anche il Gruppo dei lavoratori del Comitato economico e sociale europeo (CESE) esprime solidarietà alla CGIL con un messaggio inviato dalla sua Presidente, in cui si fa riferimento anche all’esodo delle nuove generazioni verso l’estero dovuto alle cattive condizioni di lavoro e alla precarietà dilagante.
Dall’Europa continuano a giungere messaggi di sostegno: le due confederazioni del Lussemburgo OGBL, LCGB – che a fine giugno hanno convocato uno sciopero su una piattaforma molto simile - denunciano la mancanza di dialogo sociale e il peso crescente della spesa militare; in Belgio, la Federazione del lavoro FGTB – impegnata nelle scorse settimana con le altre organizzazioni sindacali belghe in una massiccia mobilitazione contro le riforme ultraliberiste della coalizione “Arizona” - parla di una legge finanziaria ingiusta e richiama la necessità di salari e pensioni dignitosi; dai Paesi Baschi, il sindacato ELA esprime piena solidarietà allo sciopero, denunciando l’impoverimento dei lavoratori, l’espansione del lavoro precario e l’aumento della spesa militare; dalla Svizzera, il sindacato interprofessionale UNIA descrive un contesto in cui precarietà e salari reali in calo pesano quanto in Italia. Anche la Confederazione nazionale dei sindacati “Cartel Alfa” in Romania, la Confederazione dei sindacati dei dipendenti pubblici in Turchia (KESK), la Confederazione generale dei lavoratori in Grecia (GSEE) e molte altre confederazioni si uniscono al sostegno alla CGIL.
Dall’America Latina, la CTA Autónoma dell’Argentina – in mobilitazione permanente contro le riforme turboliberiste e antisindacali del governo Milei - e la CUT brasiliana leggono lo sciopero come parte di un fronte comune contro politiche che favoriscono riarmo e disuguaglianze a scapito dei servizi pubblici.
Il filo rosso che collega queste prese di posizione è chiaro: ciò che avviene in Italia non è un caso isolato, ma l’espressione di un malcontento sociale condiviso. Per i sindacati di mezzo mondo, la mobilitazione del 12 dicembre non riguarda solo il lavoro italiano, ma una battaglia più ampia per diritti, salari dignitosi e servizi pubblici solidi. La frase che ricorre in quasi tutti i messaggi è sempre la stessa: “La vostra lotta è anche la nostra”.
Un forte messaggio di solidarietà arriva dal sindacato sudafricano COSATU, che ha inviato un messaggio in cui definisce la mobilitazione italiana parte di una battaglia globale contro l’austerità e l’ingiustizia fiscale. Il COSATU sottolinea come il peggioramento dei sistemi sanitari e scolastici, l’erosione delle pensioni e l’aumento delle tasse sui redditi fissi siano problemi comuni ai lavoratori del sud e del nord globale, e afferma che “la vostra lotta è la nostra lotta”, annunciando che il 12 dicembre “le bandiere rosse del COSATU sventoleranno accanto a quelle della CGIL”.






