La polizia per la sicurezza nazionale di Hong Kong ha spiccato di recente un mandato di arresto nei confronti di otto attivisti del movimento sociale, tra cui il direttore esecutivo dell'Hong Kong Labour Rights Monitor (HKLRM), Christopher Mung Siu-Tat, anche ex presidente dell’esecutivo dell'ormai defunta Confederazione dei sindacati di Hong Kong (HKCTU). La polizia offre una taglia di 1 milione di dollari di Hong Kong (pari a 127.600 dollari americani) per le informazioni che porteranno al suo arresto. È la prima volta che vengono offerte ricompense dalla promulgazione della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino a fine giugno 2020. Mung è accusato di incitamento alla secessione ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale per aver partecipato "nel giugno 2022 a una conferenza tenuta da un'organizzazione al di fuori di Hong Kong", dove Mung avrebbe tenuto un discorso al congresso della Confederazione democratica del lavoro francese (CFDT) a Lione, in Francia.

Mung è stato presidente dell’esecutivo del principale sindacato di opposizione di Hong Kong, la Confederazione dei sindacati di Hong Kong, dal 2011 fino allo scioglimento nel 2021. E’ stato costretto a fuggire da Hong Kong in seguito alle enormi pressioni politiche. In esilio nel Regno Unito ha fondato una ONG per i diritti dei lavoratori hongkonghesi. Mung è l'ennesimo sindacalista di punta del territorio preso di mira dal regime in una serie di repressioni continue del movimento sindacale di Hong Kong.

I diritti e le libertà ad Hong Kong sono negati, i sindacati indipendenti sono repressi ed i sindacalisti arrestati.

La CGIL, esprimendo sostegno e solidarietà con i sindacalisti e con gli attivisti per i diritti umani e sindacali, ribadisce che il legittimo esercizio del diritto alla libertà di espressione e di associazione, compreso quello di organizzare e partecipare ad attività sindacali debba essere rispettato conformemente alle leggi e agli standard internazionali sui diritti umani. Chiede al governo di Hong Kong di ritirare tutte le accuse mosse a Mung e di osservare le norme internazionali fondamentali in materia di lavoro e diritti umani.