Nel corso del primo Vertice sindacale sul clima (Parigi-settembre 2015), i sindacati hanno focalizzato tre priorità principali:

1. un solido Meccanismo di riesame periodico dei programmi dei paesi fondati sull'equità

2. maggiore anmbizione in materia di finanziamento per il clima

3. un impegno a favore di una "transizione giusta" per i lavoratori colpiti dal cambiamento, in particolare nei settori soggetti a cambiamenti collegati alla politica per il  clima.

Ora - dopo l'ultimo ciclo di negoziati conclusosi a Bonn il 23 ottobre scorso - i sindacati restano preoccupati sui possibili risultati della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici (la COP 21).

A Bonn - su insistenza di Paesi che rivendicano posizioni più ambiziose - il testo presentato dai co-presidenti è stato migliorato. Ma resta insufficiente. Nella parte operativa dell'accordo - grazie all'iniziativa (all'ultimo minuto) di alcuni governi -  resta l'impegno verso una «transizione giusta», impegno che era stato sul punto di essere eliminato.

Tuttavia, Sharan Burrow, Segretaria generale della Confederazione internazionale dei sindacati (CSI-ITUC) ha dichiarato: " Lavori di ricerca mostrano che i governi stanno intraprendendo una strada pericolosa. Lo scenario di un rialzo della temperatura mondiale di 3° o più  - risultato della somma degli impegni di tutti i paesi - si tradurrà in perdite di posti di lavoro e in una crisi di sviluppo. Oramai il testo - oggetto del negoziato - riprende meglio le nostre preoccupazioni, ma restiamo inquieti perchè si percepisce chiaramente un'opposizione a un testo più ambizioso. Dobbiamo mobilitarci per un risultato migliore. Anche se i rappresentanti della società civile non sono autorizzati nelle sale di negoziazione, sappiamo chi intende compromettere la giustizia sociale in questo processo, e quali sono i governi che difendono il popolo. I sindacati hanno accolto favorevolmente l'impegno pubblico per una "transizione giusta" preso da Dilma Roussehh. Ma i negoziatori brasiliani sul  clim

a sono verosilimente determinati a  minare sia l'impegno della loro Presidente, sia la protezione dei lavoratori e comunità vulnerabili in tutto il mondo".

Per ulteriori approfodimenti, si rinvia al n. 4 / 2015 di quaderni di Rassegna Sindacale (qrs).