Il terzo rapporto 'Agromafie e caporalato' a cura della Flai Cgil e dell'Osservatorio Placido Rizzotto è stato presentato oggi a Roma alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

Il rapporto fotografa in modo puntuale e scientifico il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento in agricoltura e in altri settori dell’agroalimentare che in Italia muovono un'economia illegale e sommersa tra i 14 e i 17,5 miliardi di euro. La contraffazione agroalimentare costituisce il 16% del totale, con alcuni settori più esposti come il pane, il vino, la macellazione e la pesca, rileva il rapporto. Sono 430mila le vittime del caporalato, tra italiani e stranieri, circa 30-50mila in più rispetto a quanto stimato nel rapporto precedente, con più di 100mila lavoratori in condizioni di grave sfruttamento e vulnerabilità alloggiativa.

Le pratiche di sfruttamento dei caporali sono sempre le stesse: mancata applicazione dei contratti, un salario tra i 22 e i 30 euro al giorno per 8/12 ore lavorative, inferiore del 50% di quanto previsto dai CCNL e CPL; cottimo, esplicitamente escluso dalle norme di settore, fino ad alcune pratiche criminali come violenza, ricatto, sottrazione dei documenti, imposizione di un alloggio e forniture di beni di prima necessità, oltre all'imposizione del trasporto effettuato dai caporali stessi.

“Chiediamo da anni quello che era stato promesso l'estate scorsa, cioé che la campagna di raccolta nei campi possa iniziare con nuove norme”. E' quanto dichiarato da Susanna Camusso nel suo intervento. “I tempi del disegno di legge sono troppo lunghi, è necessaria una rapida approvazione del provvedimento a contrasto del caporalato”. Per questo il segretario generale della Cgil chiede al presidente del Senato, Pietro Grasso, l'assegnazione della sede legislativa alla Commissione che ha attualmente in esame il testo. Nel merito, poi, per Susanna Camusso sono necessarie alcune modifiche a quest'ultimo: “crediamo ci sia bisogno di maggiori certezze, il rispetto dei contratti di lavoro deve essere un vincolo per il contrasto al caporalato e al lavoro nero”.