Roma, 10 ottobre - "Lo scorso 4 ottobre la preside dell’istituto superiore di Caserta Galileo Ferraris ha firmato una circolare, poi diffusa in tutta la scuola, in cui si fornivano agli studenti le direttive per partecipare alla marcia contro l'aborto che si sarebbe tenuta qualche giorno dopo. Un fatto sconvolgente, su cui il ministro Giannini non si è espresso e per il quale chiediamo invece l’avvio di un intervento conoscitivo". Così Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, e la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi in una nota congiunta."Non solo tale circolare, poi annullata, costringeva gli studenti a presentarsi a questa marcia, ma prevedeva che in caso di assenza presentassero una giustificazione, come si trattasse di parte del percorso formativo", spiega Manfreda, che sottolinea poi come la comunicazione fatta alle famiglie sia stata "poco definita e molto vaga, come se la scuola non volesse far sapere la reale natura dell’iniziativa"."Si tratta di una manovra inaccettabile - si legge nella nota - sia perché viola il principio di laicità delle istituzioni, sia perché sconvolge il tentativo di sfruttare gli studenti in questo modo, obbligandoli a mobilitarsi contro la legge 194, piuttosto che organizzare puntuali e precisi momenti di educazione sessuale per tutte le classi".Gianna Fracassi si sofferma in primis sulla "gravità del silenzio del ministro Giannini, sia esso dovuto a indifferenza, mancanza di attenzione o, peggio, consenso", e chiede al dicastero "un intervento conoscitivo per verificare quanto accaduto". La segretaria confederale della Cgil, oltre a ribadire "il quadro preoccupante legato all'applicazione della legge 194, norma di fatto depotenziata dalla riduzione delle risorse per i consultori e dall'obiezione di coscienza", sostiene infine "la necessità di rafforzare le iniziative volte alla conoscenza e all'educazione sui temi della sessualità nelle scuole"."Cgil e Rete degli Studenti Medi monitoreranno la situazione negli istituti del nostro Paese, perché fatti come questo non possano più verificarsi. Ci muoveremo inoltre - conclude la nota - per una corretta informazione tra gli studenti e il mondo della scuola".