Roma, 12 giugno – “La morte di Mohamed, il ragazzo senegalese di 37 anni bruciato questa mattina nell'incendio di Borgo Mezzanone, così come quella di Adnan, il sarto pakistano ucciso a Caltanissetta mercoledì scorso per aver aiutato i suoi colleghi a denunciare la condizione di sfruttamento lavorativo, o, ancora, quella di Joban, il giovane bracciante indiano che ha deciso di togliersi la vita nell'Agro pontino perché non sopportava più la vita da schiavo che era costretto a condurre, sono l'evidenza di un dramma quotidiano che continua a ripetersi nel nostro Paese e che non può risolversi senza un cambiamento strutturale delle politiche sull'immigrazione e sul riconoscimento dei diritti delle persone”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra.“Ogni giorno – prosegue – la cronaca ci consegna notizie di sfruttamento, di diritti negati, di illegalità diffusa. Ad oggi queste persone smettono di essere invisibili solo quando muoiono”. “Quante altre morti dobbiamo contare – chiede il dirigente sindacale – per capire definitivamente che serve regolarizzare la loro posizione fuori dal ricatto dei caporali e datori di lavoro, che occorre garantire loro un alloggio dignitoso che non sia una trappola mortale, che vanno garantite loro sicurezza e salute, i valori più importanti da preservare nella vita di ciascuno?”.“Basta ipocrisie, a tutte le Istituzioni – conclude Massafra – diciamo che dobbiamo esprimere il coraggio che serve per cambiare la disciplina sull'immigrazione e fermare questa strage”.