"IL RISPETTO DEL DOVERE DI LEGALITÀ NON DEVE ESSERE TASSATO". Con questo slogan Cgil e Inca Cgil lanciano un appello per chiedere la cancellazione della norma che prevede il pagamento di una ulteriore tassa dagli 80 ai 200 euro per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno ai cittadini migranti.

Una richiesta supportata dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea e del TAR del Lazio, pronunciate a seguito del ricorso di Confederazione e Patronato al tribunale amministrativo e che dispongono proprio l'abolizione di tale tassa ingiusta introdotta nel 2012.

Per il momento hanno aderito all'appello: ARCI Nazionale – Associazione LUNARIA – UGL

https://www2.cgil.it/admin_nv47t8g34/wp-content/uploads/2016/10/appello.pdfLA VERTENZACGIL e INCA nel febbraio 2012 hanno chiesto al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio l’annullamento del decreto del 6 ottobre 2011, che introduceva un ulteriore contributo per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno ai cittadini migranti. La norma è messa in discussione anche dalla denuncia di infrazione alle procedure comunitarie 2014/4253, tuttora pendente, relativa al contributo imposto dall'Italia per il rilascio del permesso di soggiorno UE di lungo periodo.

Il TAR del Lazio chiede l'intervento della Corte di Giustizia Europea, che con la sentenza del 2 settembre 2015 dichiara questa tassa “sproporzionata” rispetto ai costi delle procedure amministrative e di ostacolo agli obiettivi di integrazione fissati dalle norme comunitarie.Il TAR del Lazio, il 24/5/2016, emana la Sentenza 6095/2016 nella quale, preso atto della Sentenzadella Corte di Giustizia Europea, accoglie il nostro ricorso e dichiara l’illegittimità dell’istituzione del contributo disabilitandone gli effetti.

Il 14/9/2016 Il Governo presenta ricorso al Consiglio dello Stato contro la decisione del TAR del Lazio, chiedendo la sospensione cautelativa degli effetti della sentenza. Il giudice monocratico ne dispone la sospensiva e rinvia al 13 ottobre la decisione in udienza. Successivamente sarà posto in discussione il merito del ricorso che chiede l’annullamento del provvedimento del TAR.

Siamo di fronte ad uno scenario che, malgrado il punto fermo fissato dalla Corte di Giustizia Europea, per quanto riguarda le nostre istituzioni è ancora in divenire. Per questo abbiamo necessità di condividere maggiormente le nostre giuste ragioni con più persone e con tutta società civile al fine di costruire la massa critica intorno a questa battaglia di civiltà.

Abbiamo predisposto un appello a sostegno di questa vertenza, per spiegare meglio il nostro punto di vista alla cittadinanza e per fare pressione nei confronti del Governo Italiano e del Parlamento affinchéintervengano per riconoscere e applicare l'esito e i principi della sentenza della Corte di Giustizia Europea e quella del TAR del Lazio.