Roma, 28 lug- “Sostenere il blocco di una grande arteria ferroviaria come la Tav che taglia trasversalmente l’Europa da Lisbona a Kiev significa rinunciare per sempre allo sviluppo commerciale e turistico per l'Italia in questo importare progetto infrastrutturale. La Tav come la Tap come il terzo valico come le grandi arterie già progettate di collegamento con il sistema portuale -soprattutto al Sud del nostro Paese che deve diventare la vera porta di accesso per gli scambi commerciali dell'Europa- sono indispensabili”. Non ha dubbi il Segretario confederale della Cgil, Vincenzo Colla nel respingere il blocco delle opere infrastrutturali già programmate, convinto che “In particolare la Tav va nella auspicata direzione di indirizzare il trasporto di persone e merci verso l’elettrico e -nel rispetto dell’ambiente- e di utilizzare sempre meno il petrolio. Altrimenti -precisa Colla- lascieremo ai porti del nord Europa il primato”Il dirigente Cgil ritiene infatti che questa scelta “significa progettare lo sviluppo e l'occupazione per il futuro ed assicurare il diritto costituzionale e sociale alla mobilità, significa, cioè, seguire la strada della cooperazione internazionale e non il protezionismo e l’oscurantismo politico e culturale che vorrebbero imporre”.“La Cgil, tutto il sindacato confederale, -assicura il Segretario confederale- si batterà senza esitazione contro questa dannosa deriva, per difendere i diritti l'occupazione dei lavoratori e soprattutto dare speranza e tranquillità alle giovani generazioni. Ecco perchè riibadiamo perciò la nostra disponibilità ad un confronto di merito finalizzato a dimostrare efficacia e validità delle opere infrastrutturali”.“Crediamo che sia oramai acclarato che le infrastrutture materiali e immateriali siano la spina dorsale del sistema produttivo e la vera leva per lo sviluppo e l'occupazione” è ancora il ragionamento di Colla secondo il quale “Il nostro paese ha necessità impellente di mettersi al passo con gli altri competitor europei altrimenti saremo seriamente penalizzati, e soprattutto le future generazioni, ne pagherebbero le conseguenze maggiori”.