L'8 e il 9 febbraio i lavoratori e le lavoratrici della Saeco di Gaggio Montano hanno approvato con un sì plebiscitario (95%) l'ipotesi di accordo sul futuro della fabbrica bolognese di macchine per il caffè. Nessun licenziamento ma mobilità volontaria incentivata (fino a 75mila euro), cassa integrazione straordinaria per il 2016, 23 milioni di investimenti di Philips per il rilancio del sito sulle produzioni a maggiore valore aggiunto, e impegno di Regione e Governo per la reindustrializzazione dell'Appennino bolognese.

"Un risultato positivo - commenta Salvatore Barone, responsabile dei Settori produttivi della Cgil nazionale - a cui si è arrivati dopo la lunga e tenace lotta dei lavoratori, culminata con 71 giorni di presidio dello stabilimento, e a seguito di una difficile trattativa"."La firma dell'intesa e la vittoria al referendum - continua il dirigente sindacale - ripropongono comunque un fatto: siamo di fronte all'ennesima multinazionale, la Philips in questo caso, che riduce drasticamente la propria presenza industriale e occupazionale sul territorio attraverso il decentramento internazionale in altri paesi a basso costo del lavoro, impoverendo di conseguenza il tessuto economico del nostro Paese". "Occorre quindi una vera politica industriale - conclude Barone - e nuove regole che impegnino e vincolino le multinazionali a fare investimenti e a non delocalizzare ricercando soluzioni attraverso relazioni sociali che tengano conto della responsabilità sociale d'impresa e non solo dei profitti economici e a discapito dei territori.

La vertenzaA fine novembre 2015 la Saeco, storica produttrice di macchine per il caffè d’alta gamma, marchio di proprietà della multinazionale olandese Philips, dichiara 243 esuberi su 558 dipendenti dello stabilimento di Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese. Un annuncio inaccettabile per i sindacati, che sostengono l'immediata mobilitazione dei lavoratori. Dal 26 novembre inizia il presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica, che continuerà ininterrotto per 71 giorni e 71 notti, senza fermarsi neanche per Natale. Il 23 dicembre, in Piazza Nettuno a Bologna, i lavoratori offrono ai passanti un "espresso contro la crisi" per sensibilizzare i cittadini e richiamare l'attenzione sulla qualità dei prodotti Saeco, frutto dell'intelligenza, della capacità e della professionalità di quelle persone che Philips intende licenziare. 243 magliette rosse Saeco vengono esposte sul "crescentone" di Piazza Maggiore, simbolo dei licenziamenti annunciati. Un Natale di crisi, riscaldato dalla solidarietà di un intero territorio - persino la messa del 25 dicembre viene celebrata davanti allo stabilimento - e dei colleghi delle altre fabbriche che, giorno dopo giorno, visitano in delegazione il presidio. Intanto i sindacati premono per un incontro, che arriverà solo a metà gennaio. Con la Philips è muro contro muro, nessun passo avanti è possibile, gli esuberi vengono confermati. Il ministro Guidi chiede un incontro all'amministratore delegato del colosso olandese, i lavoratori continuano il presidio e all'alba del 5 febbraio, dopo una trattativa fiume, arriva l'intesa.