-PER AGGIORNAMENTI al 20 aprile leggi l'articolo di Rassegna sindacale Almaviva, si cerca l'accordo Continua la mobilitazione dei lavoratori Almaviva contro i 3000 licenziamenti decisi dal colosso dei call center: per il 13 aprile, in concomitanza con un nuovo tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero per l’intero turno di lavoro di tutte le sedi aziendali.

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Martedì 12 aprile i lavoratori hanno tenuto una veglia di solidarietà a Palermo.  (Vedi la notizia su Rassegna sindacale)


Di seguito i comunicati stampa della Slc Cgil nazionale e della Slc Cgil Palermo a seguito dell'incontro.

Call center: tavolo Almaviva, Governo non adotta regole per settore

Si è tenuto oggi il tavolo sulla più grave crisi che attraversa il paese con i 3000 licenziamenti annunciati dal Gruppo Almaviva. In contemporanea, e per tutta la giornata, lo sciopero, con altissime adesioni dei lavoratori del Gruppo.

“Azienda, sindacati e istituzioni locali presenti hanno sottolineato come la crisi di Almaviva non sia una crisi aziendale ma sistemica, addebitabile ad un’assenza di regole con cui si è proceduto in questi anni", dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. "Abbiamo evidenziato al governo come sia necessaria una piena applicazione delle clausole sociali da parte delle imprese pubbliche quali Poste ed Enel per le gare effettuate nei mesi scorsi, una puntuale applicazione delle leggi sulle delocalizzazioni delle attività e un intervento che fissi gli standard minimi di qualità del servizio che un call center deve garantire ai cittadini italiani".

“Abbiamo chiesto al governo precisi pronunciamenti su quali siano le politiche che intende adottare per il settore perché le scelte che oggi si stanno concretizzando sono figlie degli errori delle politiche degli anni scorsi. Abbiamo chiesto al governo di compiere una scelta netta: se schierarsi con i lavoratori e i cittadini/clienti dei servizi di call center  o continuare a proteggere gli errori commessi dagli uffici acquisti delle grosse imprese pubbliche e private”.

“La risposta del governo  – prosegue il sindacalista è stata duplice: da un lato assoluta mancanza di volontà nell’individuare regole per il settore che fermino le crisi in corso e aprano nuove prospettive industriali, dall’altro la richiesta di revocare la procedura di licenziamento indirizzata all’azienda utilizzando gli ammortizzatori in deroga previsti dalla legislazione. L’azienda  si è riservata di dare una risposta definitiva nelle prossime 48 ore".

“Il timore è che gli interventi che si stanno adottando siano più indirizzati a superare il periodo elettorale che a risolvere le crisi in atto. Infatti l’annunciata sospensione delle procedure di Gepin, al tavolo di ieri, si è risolta con uno spostamento della fine della procedura dal 10 al 31 maggio, data ultima per scavallare le tornate elettorali di Napoli e Roma".

“Slc Cgil si è dichiarata indisponibile a sottoscrivere accordi che applichino alle soli sedi di Napoli, Palermo e Roma gli ammortizzatori sociali, confermando così gli esuberi dichiarati dall’azienda, e riaffermando che la volontà di allungare il tempo a disposizione si possa realizzare solo attraverso il mantenimento dell’attuale perimetro dell’azienda e la conferma sulla volontà di non procedere a delocalizzare attività all’estero”.

“Siamo preoccupati per la strada che hanno preso le vertenze di Gepin e Almaviva, che rischiano di trasformarsi in una lunga agonia in cui accompagnare fuori dal mercato del lavoro migliaia di lavoratori coinvolti".

“Il 18 aprile riprenderà il tavolo generale sui call center, mentre il 20 è riconvocato il tavolo Almaviva. In quelle due date sarà necessario avere chiarezza su quali siano le reali intenzioni del governo sul settore", conclude Azzola. "Se si è deciso di sacrificare migliaia di lavoratori del settore e i cittadini clienti dei call center sull’altare della grossa committenza italiana, scegliendo per l’ennesima volta le lobbies delle imprese forti in questo paese, il governo ha il dovere di dichiararlo”.


SLC CGIL

PALERMO

COMUNICATO STAMPA

ALMAVIVA, SLC SU INCONTRO AL MISE: “L'AZIENDA ACCETTA DI VALUTARE L'USO DELLA SOLIDARIETA' DI TIPO B. ANCORA POCHE CERTEZZE SULLE REGOLE PER NORMARE IL MERCATO”.

Palermo 13 aprile 2016 - “I sindacati hanno chiesto all'azienda di ritirare i licenziamenti ma l'amministratore delegato ha ribadito di non essere nelle condizioni di farlo perché l'azienda sta attraversando forti difficoltà. Almaviva ha accettato l'invito del Mise di valutare l'utilizzo della solidarietà di tipo b fino a dicembre, gli ammortizzatori meno convenienti per i lavoratori. E non ci sembra che dall'incontro odierno non siano giunti passi in avanti decisivi per normare il mercato e dare prospettive occupazionali al settore. Ci si vedrà nuovamente al Mise mercoledì prossimo alle 10,30”. Lo dichiarano il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso e la componente di segreteria Slc Cgil e Rsu Almaviva Rosalba Vella, dopo l'incontro che si è svolto questa mattina al Mise sul settore dei call center.

Per Maurizio Rosso e Rosalba Vella rimangono ancora intatte le preoccupazioni sull'assenza di regole nel settore, ormai da troppo tempo. Da qui le richieste della Slc, che ha incalzato il governo. “Al governo abbiamo chiesto azioni concrete per far applicare le regole e per far sì che quello dei call center sia posto al centro della discussione come il settore industriale su cui costruire prospettive di sviluppo, di occupazione e di radicamento sul territorio, condizioni fino ad oggi mancate. E abbiamo ribadito il concetto che per noi è assolutamente da scartare la decisione di applicare la mobilità solo sui tre siti di Palermo, Roma e Napoli. Per noi Almaviva è un'azienda e come tale le difficoltà vanno distribuite sui tutto il gruppo”. Secondo Maurizio Rosso e Rosalba Vella la strada degli ammortizzatori sociali non porta alla risoluzione dei problemi del settore: “Ancora una volta abbiamo cercato di capire come risolvere questa vertenza. Il governo ha detto che le soluzioni non potranno essere velocissime e ci sarà bisogno di mesi. L'azienda ha chiesto una soluzione rapida. Noi diciamo che le misure dovranno essere velocissime, sia da parte del governo che dell'azienda”.

A Palermo i lavoratori del call center, oggi in sciopero, hanno manifestato con un corteo partito spontaneamente da via Cordova fino alla Prefettura. Al capo di gabinetto della Prefettura è stata evidenziata l'importanza di azioni concrete relative a : regole del settore (24 bis, clausole sociali, ammortizzatori sociali strutturati), responsabilità dei committenti e da parte aziendale, ed è stato sottolineato quanto sia concreto il rischio di un disimpegno di Almaviva su Palermo. “Abbiamo detto che ci saremmo aspettati di trovare il Prefetto, vista l'emergenza occupazionale che sta vivendo la città di Palermo e l'importanza della vertenza. Il dottore Massocco ci ha ribadito che la Prefettura sta seguendo con attenzione la vicenda e che il Prefetto interverrà per evidenziare al governo nazionale il malessere dei lavoratori”.


LEGGI ANCHE il comunicato unitario di Slc Cgil,  FISTel Cisl e Uilcom Uil nazionali che indice lo sciopero

Almaviva: 13 aprile sciopero e tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico

Venerdì primo aprile si è svolto il primo incontro con Almaviva Contact sulla procedura per circa 3000 licenziamenti aperti dall’Azienda sulle sedi di Roma, Napoli e Palermo.L’azienda ha ribadito come questa decisione sia motivata dall’ulteriore peggioramento delle condizioni di mercato. Mancato rispetto della norma sulle delocalizzazione, continuo ricorso al massimo ribasso hanno portato, sempre secondo l’Amministratore Delegato di Almaviva, ad una condizione di non sostenibilità mettendo a rischio la tenuta di tutta l’azienda. L’ulteriore diminuzione di volumi, ed il conseguente aumento dell’esubero di forza lavoro, e la marginalità dei tre siti al di sotto della soglia del 21 % ha portato l’azienda a scegliere di addensare le eccedenze sulle tre sedi.La gravità delle condizioni in cui versa il settore dei Call Center in Italia è un elemento che non sfugge alle Organizzazioni Sindacali. E’ ormai davanti agli occhi di tutti come l’assenza di regole, soprattutto nell’attribuzione delle commesse, sia ormai arrivata ad una condizione non più gestibile. L’assenza di ammortizzatori sociali stabili, la persistente incapacità delle istituzioni a far rispettare la norma sulle delocalizzazioni, la tendenza dei committenti, a partire da quelli pubblici, a dare commesse a costi drammaticamente al di sotto del costo del lavoro previsto dal CCNL Telecomunicazioni, sono elementi ormai non più eludibili. I sacrifici richiesti ai lavoratori in questi anni non sono più ulteriormente replicabili in assenza di azioni risolutive che mettano finalmente in sicurezza il settore. L’approvazione della clausola sociale, comunque una notizia importantissima per il comparto, deve necessariamente essere sorretta da ulteriori provvedimenti a cominciare dal rispetto del Dlgs 24 bis sulle delocalizzazioni, e da certe per l’aggiudicazione delle gare di appalto sia pubbliche che tra soggetti privati nel rispetto del costo del lavoro contrattuale.Le questioni di mercato però non giustificano, a nostro avviso, la decisione di immettere un tale elemento di drammatizzazione. 3000 esuberi sono un atto capace di rompere il “patto sociale” che ha animato il nostro settore in questi anni. Nessun settore, e meno che meno il nostro, è nelle condizioni di reggere un evento simile. Occorre fare di tutto perché le lavoratrici ed i lavoratori di Almaviva non finiscano per divenire “ostaggi” di una condizione della quale loro, di sicuro, non hanno alcuna responsabilità ma, semmai, ne stanno pagando il conto da diverso tempo sia in termini di diminuzione di salario che di precarizzazione complessiva delle condizioni di lavoro.E’ per questo motivo che tutte le OO.SS. hanno convenuto che questa crisi non possa e non debba essere affrontata se non dentro un percorso istituzionale. La crisi Almaviva è, anzitutto, crisi di settore e come tale deve essere affrontato. E’ di tutta evidenza che molte sarebbero le cose da affrontare con l’azienda a partire dall’organizzazione del lavoro e l’allocazione delle commesse. Ma prima di affrontare questi temi, non secondari, è semplicemente indispensabile che si apra un confronto risolutivo col Governo sui correttivi delle storture che hanno portato un comparto di circa 80000 persone allo stato attuale.Le Segreterie Nazionali, d’accordo con le strutture territoriali e le RSU hanno deciso di procedere alla richiesta di apertura di un tavolo di crisi specifico per Almaviva presso il Ministero dello Sviluppo Economico e, parallelamente, di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio per lo stato di crisi del settore.Per sollecitare questo percorso e scongiurare licenziamenti massivi su Almaviva le OO.SS. hanno deciso di intensificare le iniziative vertenziali sia sulle tre sedi impattate che su tutto il perimetro aziendale. Deve essere ben chiaro a tutti che 3000 esuberi su tre sedi non sono un problema “locale”. Le storture normative e di mercato non mettono fuori gioco solo le tre sedi impattate ma l’intera azienda e licenziare 3000 persone non porterà Almaviva a competere su un mercato più giusto con regole più chiare.Per questo motivo il giorno 13 aprile è indetto uno sciopero per l’intero turno di lavoro di tutte le sedi aziendali.Nelle prossime ore si decideranno le iniziative da intraprendere in occasione dello sciopero per dare massima visibilità alle ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori di Almaviva.

Le Segreterie Nazionali SLC/CGIL – FISTel/CISL – UILCOM/UIL


Per informazioni sulle vertenze nel settore dei call center visita il sito della Slc cgil

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